Prepariamoci al nuovo Presidente

I partiti politici italiani sono sconquassati, privi di reale consenso popolare, privi di una copertura ideologica solida per l’assottigliamento delle epocali sfide del XXI secolo, dal cambiamento climatico ai flussi migratori, dall’emarginazione della classe media all’emersione del gigante cinese, ma, sopra ogni altra cosa, i partiti politici italiani vivono come entità tribali, pronte a battagliare con ogni arma illegittima per l’impossessamento di una risorsa economica di scarsissima diffusione, la poltrona.
Nel marasma della lotta politica, però, si sta profilando l’occasione di dimostrare agli elettori il coraggio dell’unità su un tema decisivo, l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

Mentre Letta, sobillato dalla tentazione di giocare al leader dell’Ulivo, ha proclamato l’avvio di una mission impossible, avente ad oggetto l’unione dei litigiosi Pd, M5S, Italia Viva e Azione, nel centro-destra, come rivelato dagli ormai notissimi audio abusivi, lo scontro frontale tra Meloni e Salvini è ormai alla luce del sole.
Ecco che, allora, tra i più disuniti partiti di sempre si affaccia l’invito alla responsabilità da parte del padre materiale di cotante povertà politica, Silvio Berlusconi, che, reduce da un’affettuosa accoglienza al vertice del Partito Popolare Europeo, ha inteso spiegare chiaramente che lui è in corsa per il Quirinale.

Come interpretare diversamente il suo veto al voto anticipato?
È evidente che, se l’ex Cavaliere torna a girare l’Europa, impone Draghi alla Presidenza del Consiglio, invia Dell’Utri come esploratore nelle terre di Renzi per parlare di un  «Laboratorio Sicilia», qualcosa di importante ribolle nella pentola, qualcosa come la costruzione del più comodo sottopassaggio per la conquista della più alta carica dello Stato.
Lo stesso uomo che, secondo la Corte di Cassazione, ha finanziato, tramite Fininvest, Cosa Nostra; lo stesso uomo che, intervistato dal settimanale britannico «The Spectator» descrisse Mussolini come uno che non ha mai ammazzato nessuno, ma che, anzi, mandava la gente a fare vacanza al confino; lo stesso uomo che trattò con Gheddafi per il respingimento in mare dei migranti potrebbe divenire il nuovo Capo dello Stato.
I giorni più imbarazzanti della Repubblica Italiana stanno per arrivare.
Prepariamoci.