Quintetto Pensante: cinque giovani che vivono per la musica

La formazione musicale torinese «Quintetto Pensante», sabato 12 maggio, si è brillantemente contraddistinta vincendo il Primo Premio alla Quarta Edizione del «Concorso Nazionale di Musica da Camera» a Milano, una prestigiosa occasione di rilevante importanza per sprigionare il proprio talento confrontandosi con numerosi artisti provenienti da differenti località.
Organizzato dall’Associazione Culturale «Musikensemble», i giovani musicisti hanno magistralmente rappresentato l’Istituto d’Istruzione Superiore «Liceo Cavour» di Torino.
Particolarmente positivo il giudizio della Giuria, composta da: M° Domenico Lafasciano, M° Leonardo Leonardi e M° Giovanni Miszczyszyn.

Quali sono state le ragioni che vi hanno condotto all’adozione di una denominazione particolarmente atipica, singolare e caratteristica affibbiata alla formazione musicale da voi composta?

Il nostro quintetto è nato in occasione di uno scambio musicale avvenuto nel 2016, con il liceo musicale «Mariotti» di Perugia. L’adozione del nome “Quintetto Pensante” arriva da una delle frasi che uno dei nostri insegnanti del liceo ci ha detto durante la preparazione dello scambio. Stavamo suonando «Cinema Paradiso» di Morricone e ci venne detto di lasciarci trasportare dalla musica, di «pensare» non come cinque persone, ma di pensare insieme, avere la stessa idea, perciò pensare come un’unica cosa.
Da qui deriva il «Pensante», che va a dare il nome al quintetto.

Chi sono i membri interni alla formazione e quali peculiarità rendono loro contraddistinguibili?

Il nostro quintetto è costituito da: Flavio Mattea al Flauto, Matteo Tibone all’Oboe, Michele Giacoppo al Clarinetto, Umberto Jiron al Corno e Francesco Parodi al Trombone.
La scelta del trombone è molto particolare.
Nel repertorio che suoniamo è fondamentale avere la presenza di un suono che riesca ad unire bene tutti gli strumenti dal punto di vista fonico. Il trombone, proprio per questo motivo, è l’ideale.

Quale consiglio vi sentireste di trasmettere a coloro che si approcciano allo studio di uno strumento musicale e agli innumerevoli giovani che vorrebbero trasformare la loro passione scaturita nei confronti della musica in un’attività professionale?

Sicuramente la cosa più importante è non arrendersi mai; se uno si arrende non riuscirà mai a capire il proprio livello e le proprie capacità. A coloro che si avvicinano alla musica diciamo semplicemente di non fermarsi al primo ostacolo e alla prima difficoltà. La musica bisogna viverla affrontando qualsiasi situazione.

Potreste raccontare un aneddoto riguardante la formazione musicale “Quintetto Pensante” che ricordate con particolare affetto?

Il nostro primo concerto avvenne nel marzo del 2016, in occasione di uno scambio musicale svoltosi a Perugia con il Liceo Musicale della città. È proprio questo l’aneddoto che vogliamo ricordare, dal momento in cui, quel concerto, è stato ciò che ha dato inizio al nostro percorso come quintetto.

Quali sono gli eventi e le manifestazioni passate che vi hanno realmente coinvolto in veste di protagonisti e quali saranno gli eventi futuri ai quali parteciperete?

Un mese fa abbiamo vinto il I° premio al IV° Concorso Nazionale di Musica da Camera per giovani artisti a Milano.
Siamo usciti da poco da un periodo di numerosi concerti nel torinese e per il momento non abbiamo eventi in programma.
Ci dedicheremo quindi allo studio di nuovi repertori da portare prossimamente in concerto.

Chi opera gli arrangiamenti adattandoli alla formazione musicale e quali sono le sensazioni che l’arrangiamento deve riuscire a trasmettere?

Tutti i brani del nostro repertorio sono arrangiati ed elaborati dal nostro flautista, Flavio Mattea. La scelta del repertorio basato suLle «Colonne Sonore» è stata una decisione unanime. È infatti raro trovare gruppi che si occupino in prevalenza di musiche da film. Arrangiare ha bisogno del suo tempo; ridurre una partitura d’orchestra per cinque strumenti non è particolarmente facile, ci vuole conoscenza e abilità musicale nell’individuare le possibilità degli strumenti e dei musicisti.
Il mio obiettivo è quello di riuscire a trasmettere emozioni a chi ascolta cercando di essere il più possibile coerente con il pensiero musicale del compositore dei brani arrangiati.

Collocati esattamente a metà tra i «Magnifici Sette» e i «Fantastici Quattro», da dove nasce la scelta di riunirsi in quintetto calcando palcoscenici e condividendo sentimenti, sensazioni e sistemi di pensiero comuni? 

L’amicizia e l’amore per la musica sono ciò che ogni giorno ci fanno continuare a suonare insieme come quintetto.
Senza di esse non ci sarebbe niente.

Com’è possibile conciliare l’attività scolastica allo studio di uno strumento musicale?

Inizialmente, concordavamo un giorno comodo a tutti per trovare due ore per provare. Ora uscendo dal liceo, avremo sicuramente più tempo a disposizione. Siamo tutti e cinque studenti del Conservatorio di Torino, ciò ci avvantaggia perché avremo modo di trovarci senza avere alcun problema.