Perché rendere obbligatori i vaccini è stupido

Come avete potuto leggere un’ora fa su queste pagine, nei giorni scorsi è uscito il quinto numero di Fq Millennium, il mensile di approfondimento del Fatto, dedicato questo mese ai vaccini partendo dalla loro obbligatorietà in Italia, che ha fatto molto discutere e che continua a buttare benzina sul fuoco degli scontri fra i cosiddetti provax e i novax. Tifoserie che hanno abbandonato ogni barlume di razionalità per lasciarsi andare allo scontro in stile ultras che appassiona pochi perversi da mesi.
La tesi che invece va per la maggiore in Europa, e chi scrive lo sosteneva anche alcuni mesi fa, è che l’obbligatorietà dei vaccini sia controproducente e, per certi versi, contraria a quella libertà che ha l’individuo di gestire il proprio corpo come meglio crede, e che quindi la scelta migliore non sia l’imposizione, bensì l’informazione. Non intendiamo né riassumere né ripetere il contenuto dell’inchiesta di Eleonora Bianchini e Marco Pasciuti su Fq Millennium, bensì far notare ai tanti che ci avevano attaccati per quell’articolo, che siamo felici di vedere che 20 Stati su 31 (Unione Europea con Liechtenstein, Norvegia e Islanda) sono d’accordo con noi. Essere sempre da soli è per certi versi alquanto deprimente.
Solo uno Stato debole e che non crede nella capacità di giudizio dei propri cittadini può essere così cieco da imporre addirittura 10 vaccinazioni. Non c’è nessuna emergenza, nessuna circostanza straordinaria che possa rendere minimamente ammissibile una tale sopraffazione dell’autorità statale nei confronti del diritto fondamentale del cittadino ad autodeterminarsi, anche per quanto riguarda i farmaci da assumere. Così la discussione su pro e contro la somministrazione dei vaccini si è pericolosamente spostata sul campo dell’obbligatorietà, e chi – come il sottoscritto – è fermamente contrario all’imposizione, viene conseguentemente tacciato di essere contrario all’utilizzo dei vaccini. E questo è falso.
È l’informazione che deve essere ed essere concepita come un dovere: se è vero che i vaccini, come tutti i farmaci, possono causare delle reazioni avverse, è altrettanto vero che statisticamente rappresentano un caso così raro da poter definire l’utilizzo dei vaccini una pratica sicura. Come spiega l’immunologo Alberto Mantovani a Davide Patitucci su Fq Millennium, per il vaccino contro il morbillo, «il rischio più grave è, in meno di un caso su un milione, un’encefalite. Che però non lascia danni. A differenza dell’encefalite provocata dal morbillo, che è maligna e può, invece, uccidere in un caso su tremila, o provocare danni permanenti». Se si mettono le due evidenze scientifiche su una bilancia ideale, l’utilità del vaccino è lampante. Questa si chiama informazione scientifica e accedervi dovrebbe essere un diritto di ogni cittadino. Le imposizioni borboniche lasciamole a qualcun altro, soprattutto perché inevitabilmente aumentano la diffidenza verso uno Stato padrone e non alleato dei cittadini.