Rio: la Pellegrini perde e offende su Twitter

Saranno tutte coincidenze, partiamo con questa premessa, alla quale aggiungiamo anche un luogo comune la cui ovvietà è indiscutibile: nello sport l’importante dovrebbe essere partecipare, prima ancora di vincere. E questo comporterebbe anche il riconoscimento di una sconfitta.

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Federica Pellegrini, stella italiana del nuoto alle Olimpiadi da Rio, dopo il bruciante quarto posto di martedì nei 200 metri stile libero, ha affidato nella notte a Instagram una riflessione alquanto ambigua: «Ho combattuto con tutto quello che avevo e purtroppo ho perso… forse è tempo di cambiare vita… forse no» e conclude «Oggi qualcuno ci ha presentato un conto troppo salato da accettare». Finita lì? Ovvio che no: ieri è arrivata la notizia: Federica Pellegrini non parteciperà ai 100 metri stile libero in programma ieri. Si trattava di una competizione complessa alla quale la nuotatrice — secondo alcuni — partecipava solo per divertimento, senza alcuna ambizione di vincere una gara di una specialità non adatta a lei. Il motivo di questa rinuncia ce lo fornisce la diretta interessata su Twitter: «Ho rinunciato ai 100 xché subito dopo ho la4x200 e nn x altro». Nonostante le abbreviazioni il senso è chiaro: l’atleta ha voluto dare più importanza alla staffetta, che è poi andata anche quella male. Sono tutte coincidenze allora: un quarto posto che brucia, quanto scritto su Instagram e la rinuncia. Un utente Twitter che si lamentava di quest’ultima cosa è stato definito «Coglione» dalla nuotatrice.
Quali siano le ragioni del suo agire, è bene che Federica Pellegrini si dia un po’ una calmata: alla portabandiera (e quindi rappresentante) italiana a Rio e a un’atleta di altissimo livello sono richieste professionalità e sportività, che in nessun caso si associano con rabbia, frustrazione e aggressività. Nemmeno dopo una sconfitta che sembra distruggere tutto quel che di buono si era costruito.
Forse la Pellegrini dovrebbe rilassarsi e, in parte, assolversi: è tutto il nuoto italiano che è andato male. Se Dotto, Magnini e le staffette hanno deluso significa che qualcosa «in alto» non ha funzionato, al di là delle responsabilità del singolo atleta.