Senza filtri una relazione fra passione, sesso e sopravvivenza

L’arringa di un pazzo
August Strindberg
Adelphi – 2016 – 19 euro

a99326dd85fda8ce1c7b68483c77906c_w600_h_mw_mh_cs_cx_cyParagonabile, per le tematiche trattate e per l’importanza, alla Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj, L’arringa di un pazzo, scritto a cavallo fra il 1887 e il 1888, è inspiegabilmente un’opera quasi ignota nel nostro paese. Johan August Strindberg (1849-1912) può essere considerato il più grande  scrittore svedese moderno e L’arringa di un pazzo uno dei suoi capolavori. «Possibile che non fossi pazzo, che non fossi mai stato ammalato, mai stato un degenerato? Possibile che fossi, molto semplicemente un allocco?». Un’autobiografia che scoperchia un rapporto fra i sessi fatto di sopraffazione, di dominazione e di una paradossale attrazione-repulsione; un libro che mette a nudo la relazione fra Strindberg stesso e sua moglie, Siri von Essen. «Questo è un libro atroce», è stato il commento dell’Autore. In effetti è difficile dargli torto: si tratta di un libro è estremo e violento, e per questo – nonostante le tante edulcorazione che subì la prima edizione – venne processato per oscenità. La storia di una relazione nella sua completezza: una esaltata passione amorosa, prima, e un inferno matrimoniale, poi, indagati e ricostruiti con ossessiva precisione, e con furibonda impudicizia. Un libro che turba, che sconvolge, per l’assenza di un filtro tra i fatti e la loro narrazione, fra lo Strindberg auctor e lo Strinberg agens, come in una Divina Commedia di un rapporto amoroso: «Era una sgualdrina sotto mentite spoglie, o l’amore le aveva offuscato la mente? Una sgualdrina, lei? Neanche per sogno! La veneravo per i suoi modi franchi, la sua serenità, la sua sincerità e la sua tenerezza materna». La relazione con Siri von Essen durò fino al 1889, quando l’Autore tornò in patria e si risposò altre due volte. L’arringa di un pazzo merita un posto di rilievo nella letteratura mondiale e anche nella nostra cultura personale: come succede troppo spesso, ci sono degli «scrittori sfortunati» che, a parità di talento, rimangono nell’ombra rispetto ai colleghi più mainstream. Sindberg appartiene di diritto a questa categoria: L’arringa di un pazzo è un capolavoro assoluto, e August Sindberg è stato un grandissimo scrittore.