Serie A, la situazione al termine della sesta giornata

La ripresa della stagione calcistica, dopo la maratona estiva, ci ha regalato sorprese. Nel campionato che vede ben tre Campioni del Mondo 2006 in panchina (Gattuso al Napoli, Pirlo alla Juventus, Inzaghi al Benevento), le prime giornate si dimostrano rivelatrici di quelle che sono state le strategie di mercato della scorsa estate.

Andando in ordine di classifica, troviamo il Milan. Dalot e Diaz si sono inseriti benissimo nella squadra che ha continuato sulla falsa riga della seconda parte della scorsa stagione, trascinata da Ibrahimovic: anche durante l’assenza dell’attuale cannoniere, causa Covid, i giocatori schierati si son comportati in modo ottimo, con il progetto Pioli che inizia a prendere finalmente forma. A seguire troviamo un consolidato Sassuolo, trascinato dai gol dell’immancabile Francesco Caputo. Questa è la squadra che potrebbe prendere il posto del Cagliari dello scorso anno, che ha viaggiato ad altissimi livelli fino a metà stagione; naturalmente, alla squadra di De Zerbi, un epilogo diverso.

Alla fine della sesta giornata, al terzo posto, troviamo la Juventus, in risalita. C’è da dire che, in questa situazione di bel gioco latitante, pesano soprattutto i 3 punti guadagnati a tavolino contro il Napoli. Per il resto, con molti nuovi innesti e un allenatore arrivato all’ultimo, il gioco non decolla: McKennie si vede solo a sprazzi, Chiesa ha debuttato prendendo un rosso e la presenza fondamentale di Ronaldo per arrivare alla vittoria dimostra come la squadra non abbia ancora un proprio gioco distintivo. In quarta psizione, in realtà a pari punti con i torinesi, c’è l’Atalanta. Reduce da una stagione da record, sia in campionato che in Champions, ha confermato il blocco più importante della squadra, che comprende Gomez, Hateboer, Gosens e Toloi; il ciclo favorevole è appena iniziato.

Il Napoli in quarta posizione, a un punto dalle due precedenti, sta mostrando un ottimo gioco, con Gattuso che, nonostante le difficoltà Covid e la pesantezza dei tre punti persi a tavolino, ha dato un’impronta importante sul gioco. Dopo la cessione di Callejon alla Fiorentina, Lozano è diventato il nuovo leader di questa squadra, mentre il centrocampo ruota intorno al confermato Insigne. Un’altra squadra piuttosto colpita dal Covid è l’Inter che, a differenza del Napoli, ha introdotto pedine importanti. A parte il trascinatore Lukaku, i nuovi acquisti come Hakimi e Kolarov non brillano, mentre Barella rimane un perno importante per il centrocampo.

Le due formazioni romane, invece, non decollano. La Roma sembra migliorata rispetto allo scorso anno, con Fonseca che dà un po’ di continuità al progetto che ora ha un nuovo protagonista: Friedkin ha preso il posto di Pallotta e, con la scongiurata partenza di Dzeko e l’iter per il nuovo stadio, è iniziato il nuovo ciclo. I laziali invece sembrano la brutta copia dell’anno scorso. Si sapeva che mantenere quel livello sarebbe stato difficile, ma il ribaltone di ieri a Torino potrebbe aver dato la scossa alla squadra di Inzaghi. Proprio per il Torino riserviamo la mezione negativa: nonostante un Belotti secondo in classifica marcatori, registra la peggior partenza di sempre, con un punto in sei partite. Malesani, in conferenza stampa, ha chiesto a gran voce un esorcista.