Siri: Salvini si arrende, ma tutta la vicenda è sospetta. Ecco perché

Che dire del caso Siri? Sembra inspiegabile la difesa ad oltranza da parte della Lega di Matteo Salvini, Lega che è solita seguire i sondaggi su ogni dichiarazione pubblica e che è solita cambiare idea a seconda di come tira il vento nel paese. Un caso da ricordare fu quello di Rami, il ragazzino che sequestrato da un terrorista sullo scuola bus di Crema chiamò i soccorsi; il giovane chiese in un primo momento di ottenere la cittadinanza e la risposta di Salvini fu: «Si faccia eleggere, cambierà la legge e potrà avere la cittadinanza»; poi, visti i sondaggi schiaccianti in cui si diceva che la maggioranza degli italiani sarebbe stata concorde a dare la cittadinanza al ragazzino definito dall’opinione pubblica come un eroe, Salvini ha cambiato idea dicendo: «Sì alla cittadinanza a Ramy perché è come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese, ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superare». Insomma, una bella giravolta a favor di popolo.

Nel caso Siri, però, Matteo non vuole proprio mollare e, nonostante i sondaggi che per oltre il 70% sono a favore delle dimissioni di Siri e addirittura per oltre della metà degli elettori leghisti le dimissioni sarebbero d’obbligo, Salvini adotta una stranissima linea dura e non vuole lasciare in panchina un indagato per reati gravissimi, neanche sotto campagna elettorale. I risultati nei sondaggi si sono già fatti sentire e rivelano una netta debolezza del leghista su questo tema; infatti, dall’ultimo sondaggio SWG di La7 il M5S, che ha attaccato duramente l’alleato ricordandogli che il governo del cambiamento non può permettersi ombre di questo genere, guadagnerebbe lo 0,9% e la Lega perderebbe lo 0,9%; un travaso di voti non indifferente che soprattutto inverte una tendenza che nei mesi precedenti era stata esattamente contraria. Ma cerchiamo di sviscerare le varie ipotesi insieme: o Salvini è completamente impazzito o c’è altro dietro che non sappiamo (o forse sappiamo).

Prima ipotesi, l’amicone: Salvini, per puro spirito di amicizia, non vuole abbandonare l’amico Siri che sa senza ragionevole dubbio essere innocente. Siri in fondo ha solo tentato di inserire degli emendamenti sull’eolico per un imprenditore privato, che sarà mai? Per questo Salvini è pronto a perdere parte dell’elettorato e a giocarsi la faccia con parte dell’opinione pubblica che ha un minimo a cuore la questione morale, pure sotto campagna elettorale. È indubbiamente un vero amico!

Seconda ipotesi, il letterato: Salvini ha letto tutte le carte e ha capito che il suo amico è innocente. Non le vuole rivelare perché aspetta di farlo poco prima delle elezioni per dare una bella batosta ai 5 stelle. Peccato, tuttavia, che ad aver letto le carte c’è anche un altro pistolero solitario, il premier Conte; infatti, all’incontro di lunedì sera con Siri il Premier ha effettivamente letto tutte le carte che sono state consegnate a Siri dai magistrati e sulla base di queste ha deciso di allontanarlo dal governo. Quindi o Conte non sa leggere o l’ipotesi rimane fantasiosa.

Terza ipotesi, il garantista: ah no scusate questa opzione è impossibile, infatti il buon Siri ha patteggiato per bancarotta fraudolenta. Se la Lega fosse davvero garantista non candiderebbe persone condannate e non chiederebbe l’allontanamento di persone appena indagate come fa contro gli avversari politici (ricordiamoci il caso Madia, Lupi e quelli recenti in Basilicata)

Quarta ipotesi, il socio: Salvini, infatti, prova a piazzare Arata, imprenditore del ramo eolico come capo dell’autorità dell’energia e Arata scrive il programma energetico della Lega. Giorgetti assume il figlio di Arata. Siri presenta emendamenti a favore di Arata. Salvini in questa ipotesi sarebbe un socio dell’affare e saprebbe troppo per lasciar cadere Siri.

Alla fine, il leader leghista ha dovuto lasciare e arrendersi alle richieste dimissioni di M5S e Conte, ma la vicenda resta nebulosa. Forse ne sapremo di più in futuro.