Tornano i versi con il MeP, per l’emancipazione della poesia

(Le immagini sono prese dalla pagina Facebook del MeP. Quella a lato è di Chiara Germelli)

C’è un genere letterario che, almeno in Italia, pare essere quasi scomparso: la poesia.
Più in generale si sa che il Belpaese non ha una filiera di gran lettori. Gli ultimi dati Istat – relativi all’anno 2016 – ci rivelano, infatti, che ha letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi il 40% della popolazione che va dai 6 anni in poi. La percentuale sale al 45 per coloro che hanno letto fino a 3 libri negli ultimi 12 mesi, mentre cala drasticamente per chi ha letto 12 o più libri: 14%.
In particolare la fascia d’età che ha letto almeno un libro nell’ultimo anno riguarda i ragazzi tra gli 11-14 e gli adolescenti tra i 18-19 anni; chi ha letto invece almeno tre libri ha un’età tra i 15-17 e 25-34 anni; infine chi ha avuto il tempo o la voglia di leggere un libro o più al mese ha un’età che si aggira tra i 55-59 e i 65-74 anni. Complice forse il fatto che essendo in età di pensione molti hanno più tempo libero per dedicarsi alla lettura.
A ogni modo sono veramente aghi nel pagliaio gli amanti del genere lirico, tale osservazione non è di certo una novità tanto è vero che nel marzo 2010 è nato, a Firenze, il Movimento per l’Emancipazione della Poesia (MeP). Si tratta di un movimento artistico che ha l’obiettivo di suscitare nuovamente nelle persone interesse e rispetto per la poesia intesa nelle sue più svariate forme.
Come si legge nel Manifesto, «Il MeP si propone di restituire alla poesia il ruolo egemone che le compete sulle altre arti e al contempo di non lasciarla a esclusivo appannaggio di una ristretta élite, ma di riportarla alle persone, per le strade e nelle piazze».
Il Mep si è diffuso con il tempo in tutta la penisola, a oggi ogni capoluogo di regione, e non solo, ha il proprio Movimento.
Questi partigiani della poesia cercano di ridare quindi prestigio sociale ai versi affiggendo per le strade delle città: su muri, pali della luce, pensiline dell’autobus, sottopassaggi ecc. le proprie opere – stampate su semplici fogli A4 – rigorosamente anonime, gli autori infatti si firmano con caratteri alfanumerici affinché sia la poesia in quanto tale a essere messa in primo piano piuttosto che il singolo autore.
Con queste tattiche quotidiane il genere poetico rinasce dalla strada e ritorna a una dimensione pubblica permettendo, ai passanti meno distratti, di godere della bellezza della scrittura e, allo stesso tempo, crea un importante momento di condivisione tra persone sconosciute ma, probabilmente, legate tra loro da una stessa emozione.