I vincitori hanno perso: al via un governo tecnico?

Sembra incredibile, ma queste ultime e inconcludenti consultazioni hanno dimostrato che i vincitori hanno perso e i perdenti hanno vinto. Nonostante la batosta del 4 marzo, Renzi e Berlusconi hanno centrato il loro obbiettivo: neutralizzare i 5s e un eventuale governo del cambiamento. Difatti, è improbabile che la recente apertura di un dialogo tra PD e 5S, portata avanti da Fico, possa concretizzarsi visto l’alto tasso di renzianità del PD ridotto al 19%. La cosa più naturale sarebbe stata un governo tra le forze che hanno vinto e che sono (guarda caso) quelle che poi vogliono rompere col passato.
La verità, però, è che qualsiasi ipotesi di governo avrebbe una maggioranza troppo risicata per poter funzionare. Salvini avrebbe fatto l’accordo coi 5S, ma non ha voluto rischiare di rompere col CDX per formare un esecutivo appeso alla maggioranza di soli sei parlamentari. Non ha mai creduto possibile un accordo 5S-CDX in toto. Non solo perché, così facendo, i grillini si sarebbero suicidati, ma perché sapeva benissimo che B. lo avrebbe impedito in tutti i modi. A questo servivano le scenette in Quirinale, i continui insulti in varie sfumature: dai «buoni solo a pulire i cessi» fino al paragonarli ai nazisti (mentre in campagna elettorale erano «peggio dei comunisti»).
A questo punto sembra aprirsi la strada per un governo del presidente o, peggio, un nuovo governo tecnico (cosa assai gradita a B). C’è però un dubbio: se questo governo non ottenesse la fiducia Berlusconi correrebbe davvero il rischio di tornare a nuove elezioni ed essere fagocitato da Salvini?