La vittoria di Trump vista e vissuta a Santa Monica, California

Dal nostro corrispondente Santa Monica, USA
Devo dire che… me lo sentivo! Ero stato e sono ancora sostenitore di Bernie Sanders fino all’ultimo momento delle primarie e sono ancora convinto che lui avrebbe cambiato l’America in meglio e di conseguenza, migliorato il mondo con le sue politiche progressiste e pacifiste. 

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Ma da quando in maniera così sospetta e repentina aveva perso contro Hillary, ho dovuto arretrare e zittirmi di fronte a tutti quei sostenitori di Hil(liar)y che professavano la sua «Santita» (specialmente le signore, che sembravano però più intenzionate a votare per la sua vagina, che per il suo programma elettorale) e mi accusavano di remarle contro e compromettere così i risultati finali dell’elezione in corso togliendole voti utili. Allora me ne sono stato zitto nell’ombra, ad aspettare quella fatidica sera di novembre, quando sono andato a casa di amici a Miracle Mile a vedere insieme lo spoglio. I pianti delle ragazze a fine serata ancora mi rimbombano nelle orecchie, abbiamo deciso quella sera fatidica, già ribattezzata il nuovo 11 settembre americano, di stare uniti e di fare qualcosa ognuno nel suo piccolo ma tutti insieme per  creare un cambiamento.
Quindi la prima occasione si è presentata sabato mattina con una manifestazione pacifista anti-Trump a Downtown L.A. e io per dare il mio contributo anche artistico ho realizzzato dei cartelli fatti con gli stencil e le bombolette spray che ho donato a quanti più manifestanti possibile.
Adesso però qui è il caos totale, con gente che va in paranoia e si preoccupa per il futuro dei propri figli e del mondo e altri che farneticano di costruire un muro ma non per gli immigrati, ma per tenere fuori Trump e i suoi sostenitori dalla California, che è davvero un mondo a parte rispetto il resto dell’America. E se agli inizi questa sembrava una pazzia dettata dall’isteria del momento, adesso ha già un nome e si chiama «Calexit», sulla falsa riga della «Brexit».
Non so cosa resterà di tutto questo nei prossimi anni e se Trump si rivelerà davvero il dittatore misogino e razzista che si è professato durante le elezioni. La mia sensazione al momento è che lui abbia realizzato per davvero il suo intento rivelato ben 20 anni fa a Cnn e che sta facendo il giro dei social da tempo: che come quando fece quella sua dichiarazione abbia deciso di presentarsi alle elezioni con i repubblicani perché credono a tutto quelllo che gli si dice e alle balle della Fox Television e che abbia fatto proprio questo in campagna elettorale, come l’ultimo dei Berlusconi, pensando solo ai suoi interessi economici personali e alla sua sete di fama mediatica promettendo l’impossibile, sapendo già che non lo avrebbe mai fatto né potuto fare. In fondo speriamo che sia così. Ai Trumposteri, l’ardua sentenza!

Tutte le immagini presenti in questo articolo sono di Flavio Kampah Campagna