La xenofobia porta al terrorismo anti-islamico

Ha 47 anni l’uomo che lunedì notte ha guidato a velocità sostenuta un furgone nel quartiere di Islington a Londra, investendo 10 musulmani appena usciti da una delle due moschee della zona. La strada era piena, visto che era appena finita l’ultima preghiera del giorno, quindi il bilancio poteva essere ben peggiore di un morto solamente. L’uomo ora è in arresto per omicidio, tentato omicidio, istigazione al terrorismo e terrorismo. Qualcuno lo ha sentito urlare «Odio tutti i musulmani», mentre le forze dell’ordine lo stavano portando via.
Attenzione che qui non abbiamo solo a che fare con un matto delirante e omicida tanto quanto i suoi colleghi jihadisti, bensì di un uomo che, probabilmente su delle fondamenta psichiche già propense alla follia, ha subíto l’effetto di campagne anti-islam come quelle che trovano terreno fertile in rete. «Alcune migliaia di potenziali terroristi islamici circolano liberamente tra di noi. È un esercito di terroristi», si legge su una pagina Facebook anglosassone dedicata al tema, e un utente commenta: «Possiamo già ucciderli? Basta dirlo, presidente Trump, e il popolo agirà». E ancora: «La Svezia è volontariamente un cesso internazionale, e prima o poi si spezzerà e inizierà a perdere pezzi. È inevitabile» e gli utenti: «Ditemi di più!!! Sto vivendo in quest’incubo da cui non posso svegliarmi!! È peggio di quanto si possa immaginare».
Una persona che cerca certezze, in quest’oceano di luoghi comuni, ne trova e dopo non ci si deve stupire se, oltre al terrorismo di matrice jihadista, troviamo anche quello anti-islamico. Non sappiamo se nel caso di Londra sia andata così, ma è comunque qualcosa di cui si deve tener conto.
Anche in Italia la xenofobia che si ciba di comprensibile paura per gli attacchi terroristici potrebbe dare adito ad attentati o ad atti di violenza contro i presunti «colpevoli» di molte altre stragi. Certi soggetti stanno favorendo un circolo vizioso letale e fanno finta di non rendersene conto.