Zar: lo speaker radiofonico amico del Trio Medusa si racconta

Qual è il soprannome con il quale ti sei lanciato nel mondo radiofonico e da chi ti è stato affibbiato?

Mi chiamo Andrea Bizzarro, ma il mio soprannome è «Zozzone A Rotelle»  (oramai mi chiamano tutti con l’acronimo Z.A.R.) semplicemente perché sono fan e amico del Trio Medusa i cui componenti vennero soprannominati zozzoni da Linus a Radio Deejay. Nel 2006  chiamai il trio  come testimonial per la maratona di beneficienza «Una vasca lunga un giorno» la 24h di nuoto organizzata dall’associazione disabili «Silvana Baj». Mi dissero subito di sì e fecero un bellissimo servizio per Le Iene. Da allora rimase l’amicizia ed essendo loro «zozzoni» io lo divenni ad Honorem e poi, con le rotelle, ci cammino, quindi…

Qual è stata la tua prima esperienza radiofonica?

La mia prima esperienza risale all’anno 2000, per un po’ sono stato a Radio-City a Vercelli. Un’esperienza che ricordo con estremo piacere. Ai tempi non ero nemmeno uno speaker ma facevo da spalla nel programma dell’ora di pranzo, era un programma d’intrattenimento e facevo le imitazioni e ci inventavamo personaggi, tutto senza un copione, solo grande improvvisazione e voglia di far ridere. Ero emozionato e felice, avevo finalmente la sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto e di fare, finalmente, quello che volevo davvero.

Quali sono stati i passi fondamentali della tua carriera radiofonica?

Sembra banale, ma fondamentalmente non ho mai smesso di sognare di fare radio. Dopo l’esperienza a Vercelli, ho avuto la fortuna di avvicinarmi a casa e, grazie a Radio Vox a Mirabello, ho davvero imparato cosa voleva dire creare un programma dal nulla e intrattenere un pubblico due ore di fila per due volte la settimana. E’ stato quello il passaggio fondamentale che mi ha fatto capire se quella sarebbe davvero stata in qualche modo, la strada della mia vita. Dopo purtroppo ho avuto una pausa di 10 lunghi anni prima di ritornare in maniera stabile alla radio e solo grazie a Radio Vertigo One è stato possibile in questi ultimi 5 anni.

Quali sono le caratteristiche che uno speaker radiofonico deve assolutamente possedere?

Sembrerà banale, ma deve saper parlare. Non solo come dialettica (nel mondo radio è vietato fare pause), deve saper parlare italiano! Poi deve essere sempre positivo, chi ascolta la radio lo fa per avere un momento di evasione dai propri problemi, se ascoltando una radio trova uno che parla dei suoi problemi in maniera triste e pesante, beh, avrà solo voglia di cambiare stazione.

Attualmente sei uno speaker di Radio Vertigo One, potresti raccontarci la tua esperienza in questa emittente? Quali sono i programmi da te condotti?

Ero alle porte della primavera del 2013 e dopo aver visto il film “I love Radio Rock” ho avuto un sussulto, erano 10 anni che non facevo radio. Quella notte mi misi alla ricerca. Trovai RV1 e rimasi colpito dal fatto che fosse una Web Radio e non una classica FM. Scrissi di getto la mail al direttore Simone Camussi, il quale rispose subito. Due giorni dopo fui ospite nel suo programma e il giorno 11 marzo finalmente tornai a fare radio! Conduco Life On Z.A.R. ogni martedì dalle 16 alle 17, programma di cultura generale, con due rubriche fisse e ampio spazio alla musica emergente. Non C’è 2 Senza Trash, ogni mercoledì dalle 17.00 alle 18.00 con il mio socio Fabio, programma di intrattenimento comico e irriverente. E ogni sabato dalle 19.00 alle 20.00 conduco Vertigo Lounge Café, programma di sola musica, con vari generi come Chillout, Tropical House ecc…

Oltre alla straordinaria passione per la radio coltivi quella da YouTuber. Quali sono le principali aree tematiche che ami trattare nei video?

Cerco di trattare la materia più difficile oggi, l’intrattenimento. A me piace ridere e mi piace far ridere, ed è la cosa più difficile oggi. Perché basta accendere la TV per farci tartassare dai problemi di ogni giorno. Io non ci sto, credo ancora nel potere di una risata. E poi una tematica che mi sta ovviamente a cuore è il sociale, quindi cerco nel mio piccolo di dare spazio a chi ha dei progetti validi ed interessanti.

Quali potrebbero essere i percorsi plausibili che i giovani potrebbero intraprendere nel caso in cui decidessero di trasformare la passione per la radio in una futura professione lavorativa?

Oggi fare radio è sostanzialmente più semplice, ognuno può nella propria stanzetta trasmettere online la propria musica e la propria voce. Ma se davvero è questa la strada che uno vuole intraprendere, allora, l’unico consiglio che mi sento di dare è di trattare la radio come se fosse già un lavoro. Conta sempre l’approccio che uno da alle cose. Preparatevi una scaletta, con gli argomenti e la musica non abbiate paura di sbagliare, provate e riprovate. Fate sentire il vostro lavoro agli amici e parenti. Fate i vostri podcast e pubblicateli sui vostri social. Coltivate questa passione e non smettete mai di proporre il vostro lavoro, se siete bravi arriverete sicuramente.

Lavorando in radio, nel corso dell’incedere del tempo hai intervistato numerosissime persone. Qual è l’intervista che ricordi maggiormente e perché?

Senza andare troppo indietro, la scorsa estate ho intervistato Jenn Morel, è stata la mia prima intervista ad un’artista internazionale e in lingua inglese. Ero molto teso, ma per fortuna tutto è andato benissimo.

Che cosa vorresti che fosse completamente diverso nel panorama radiofonico contemporaneo? Quali aspetti vorresti cambiare al fine di migliorare l’ambiente nel quale lavori?

Vorrei che la radio tornasse a quella semplicità che c’era fino a fine anni ’90. Vorrei che la radio tornasse a parlare di musica, anche e soprattutto di quella musica emergente e sconosciuta ai più. Ci sono tanti bravissimi artisti in Italia che faticano a trovare uno spazio per poter far sentire i loro lavori. Per fortuna le web radio sono più slegate da un certo mondo, noi come RV1, diamo ampio spazio alla musica indipendente/emergente. L’importante è che sia bella musica!

Secondo te, chi sono i conduttori radiofonici che hanno fortemente influenzato il tuo stile e perchè?

Non ho dubbi, Linus, Nicola Savino e il Trio Medusa. Perché hanno tutto ciò che mi piace, sono ironici, sanno far ridere ma anche trattare argomenti seri in maniera molto sensibile. E poi se bisogna imparare da qualcuno bisogna puntare in alto!

Tagli editoriali rigidi e interessi discografici palesi. Quante radio attualmente si potrebbero realmente considerare libere e indipendenti?

In FM musicalmente nessuna. Tutti passano la stessa musica. A livello di intrattenimento credo che Deejay sia ancora una delle più libere, insieme allo Zoo di 105 sono gli unici ad avere una vera identità. Se ascolto uno piuttosto che l’altro, so benissimo cosa andrò ad ascoltare, sono riconoscibili. E questo piace, tutti noi abbiamo una comfort zone alla quale difficilmente sappiamo dire di no.