Cile e Catalogna: i popoli insorgono

Sono almeno due le rivolte civili che stanno caratterizzando questo momento a livello mondiale: quella cilena e quella catalana.

Nonostante il Cile sia uno dei paesi con le migliori condizioni economiche del Sudamerica, l’aumento del 3,75% delle tariffe sul trasporto pubblico ha portato a un’insurrezione. Inizialmente ha visto come protagonisti i lavoratori, mentre, in un secondo momento, la protesta si è estesa a gruppi di studenti e ad altre fazioni non identificate.
Il Presidente Piñera ha dichiarato: «Siamo in guerra contro un nemico potente e implacabile, che non rispetta nulla e nessuno e vuole usare la violenza senza limiti e atti criminali». Di conseguenza, molte sono state le città in cui si è dichiarato lo stato d’emergenza a causa delle proteste: Santiago, Antofagosta, Valdivia, Temuco e Punta Arenos.

Per la prima volta, dai tempi del colpo di Stato di Pinochet nel 1974, all’esercito è stato dato l’ordine di schierare i carri armati. Per ora, sono stati 10.500 i poliziotti schierati per contenere la ribellione nelle varie città cilene, una ribellione che ha già portato a 239 feriti, 1906 arresti, ma soprattutto a 12 morti (all’uscita dell’articolo, i morti potrebbero essere di più).

Ci spostiamo ora in Europa. In seguito al referendum catalano del 1 ottobre 2017, in cui la popolazione votò a favore dell’indipendenza, nell’ultima settimana si è espresso il Tribunale Supremo Spagnolo dichiarando colpevoli nove su quattordici leader indipendenti catalani, tra i quali Jordi Cuixart e Jordi Sanchez, condannati entrambi a 9 anni, mentre alVice Presidente della Catalogna è stata attribuita una pena di 13 anni.
Invece, per il Presidente Carlos Puidgemont è stato richiesto un nuovo mandato di arresto internazionale.

Per questi motivi, da circa una settimana, si stanno verificando molte manifestazioni, che hanno visto il culmine lo scorso weekend, quando circa quattromila persone sono scese in piazza, a Madrid, chiedendo l’amnistia per tutti i prigionieri politici. Si sono tenuti cortei come quello arrivato all’arco di trionfo, ma anche eventi non pacifici che hanno causato danneggiamenti a infrastrutture e automobili. In particolare, 83 sono gli arresti effettuati dalla polizia, mentre 182 sono i feriti, tra i quali anche un poliziotto, le cui condizioni sono state giudicate molto gravi. I danni, invece, solo a Barcellona ammontano a 2,5 milioni di euro.