Iacopo Melio: uno dei tanti miraggi per chi spera nei diritti dei disabili

Iacopo Melio è un giovane che si è fatto conoscere portando avanti campagne sociali con la sua onlus Vorrei prendere il trenoMelio, infatti, è affetto da una patologia congenita che gli rende possibile la deambulazione solo attraverso la sedia a rotelle e questo lo ha portato negli anni a imbattersi in numerose barriere architettoniche sparse per le città, gli edifici e i mezzi pubblici come il treno, appunto.

In poco tempo ha conquistato il favore degli internauti, guadagnando popolarità e stima, anche grazie all’amicizia nata con Saverio Tommasi, giornalista di spicco della testata online Fanpage, con cui il ragazzo ha realizzato dei video illustrando le sue difficoltà e le sue proposte per facilitare la vita a tutti.

Agli albori, la sua connessione con gli ambienti politici di quella che erroneamente viene definita sinistra era evidente solo ai più maliziosi, tuttavia questa è stata esplicitata dal Dottor Melio (si è infatti laureato in Scienze Politiche nel corso del 2020) con la sua candidatura nella lista del Partito Democratico alle elezioni regionali toscane dello scorso anno. Il risultato è stato un vero e proprio trionfo: il fiorentino ha  fatto il suo ingresso in Consiglio grazie a più di 11000 preferenze, un numero sbalorditivo che lo ha visto scavalcare anche esponenti più navigati.

Ora, se fin qui vi appare una storia lineare e coerente,  mi preme farvi notare che non lo è assolutamente. L’attivista, come abbiamo accennato, è considerato un punto di riferimento per coloro che sono portatori di disabilità, bisognosi di mezzi e strutture che possano alleviare le loro problematiche e consentire loro di avere una socialità, di lavorare, di spostarsi, di curarsi. Insomma, chi ha un handicap necessita più degli altri di ben organizzate politiche sociali che non lo faccia sentire abbandonato, ma accompagnato e facilitato nel suo percorso di vita.

In apparenza, con le sue iniziative, Melio segue questa linea e pertanto, come dicevamo, si è costruito la sua credibilità, che lo ha condotto addirittura a entrare far parte delle istituzioni. Tuttavia, occorre concentrarsi sulla fazione a cui costui si è legato: il Partito Democratico. Se ancora siete convinti che esso esprima idee e valori di sinistra, non ci vedrete nulla di inopportuno, però, oggettivamente, il PD ha ben poco di vicino alle classi più svantaggiate, posizioni sui diritti civili a parte.

I diritti sociali, come quelli all’assistenza e alla sanità, sono per definizione garantiti mediante l’intervento statale, il quale si concretizza attraverso la spesa pubblica. Di conseguenza, chi, come i Dem, aderisce all’ideologia mortifera che venera l’austerità, si pone in contrasto con la protezione dei suddetti diritti, sacrificati in carenza di sufficienti fondi.

Attraverso il sottostante grafico, apprendiamo con chiarezza che il PD solo a parole può professarsi attento a queste esigenze, mentre, nel concreto, ha sostenuto governi che hanno abbondantemente sforbiciato le risorse destinate alla preservazione della nostra salute, in osservanza del pareggio di bilancio sorto nei trattati UE e introdotto in Costituzione durante l’esecutivo Monti.

Melio, ciononostante, nel Partito Democratico sembra trovarsi perfettamente a proprio agio, tant’è che ne sposa appieno l’ipocrisia. L’episodio che si sta per raccontare ne è l’esempio. Su Twitter, Matteo Salvini si è come sempre esibito nello sport che più gli si addice: lo sciacallaggio. Ha, infatti, inveito contro la sanzione irrogata a un disabile che, sentendosi infreddolito, aveva consumato un caffè all’interno di un locale, offrendosi il leader leghista di pagarla al posto del signore nel caso in cui non venisse annullata come egli auspica. Il politico fiorentino ha ribattuto piccatamente: «Invece di sfruttare disabili con del becero pietismo, inizia a parlare di Vita Indipendente, Dopo di noi, Caregiver, pensioni di invalidità. Quando imparerai a fare politica e non sciacallaggio?»

Come non dare ragione al giovane Melio? Peccato che anche lui si dedichi più a slogan e proposte teorici e a iniziative con utilità limitata che a effettive lotte per le politiche sociali come quella per l’abolizione del pareggio di bilancio, il quale collide con le misure di welfare menzionate dal consigliere toscano. La sottoscritta, sotto un post della pagina Immigrati e altri cattivoni leggendari, gliel’ha fatto notare e la replica di Iacopino (così si riferiscono a lui i suoi sostenitori) è stata tanto colma di sarcasmo quanto implicitamente espressiva di una consapevole colpevolezza: «Hai altre richieste? Me le appunto tutte. Adoro pane e benaltrismo a colazione». I fan sono andati in delirio e hanno iniziato a spolliciare copiosamente, oltreché a commentare in suo sostegno. Il minimo comune denominatore di questi ultimi, a partire dalla risposta di Melio, è stata la considerazione che una riflessione sul pareggio di bilancio, sulla spesa pubblica, sulla macroeconomia fosse in quella sede del tutto fuoriluogo. È paradossale, ma costoro non hanno colto il direttissimo nesso tra garanzia del diritto a essere assistiti e a ricevere contributi economici con la finanza pubblica. Anzi, qualcuno si è lasciato anche andare alla solita, raccapricciante solfa sul debito pubblico esorbitante da dover far calare, dimostrazione eclatante dell’ignoranza in merito alla non derogabile esigenza di spesa statale per far sì che la protezione della salute non resti solo sulla carta.

Da questa storia si può dedurre che la situazione è veramente drammatica. Gli elettori si accontentano di una parvenza di battaglia per la difesa dei diritti costituzionali, ma non si accertano che i politici che sembrano intraprenderla compiano azioni realmente finalizzate a quel risultato. Questo in molti casi accade perché costoro sono completamente ignari di quali sono i meccanismi giuridici e macroeconomici fondamentali per raggiungerlo. Perciò, personaggi di facciata come Melio, manipolatori o essi stessi manipolati che siano, riscuotono tanto credito, mentre gli articoli della Costituzione vengono spazzati via dalla logica privatistica imposta dall’Unione Europea e i cittadini, specialmente quelli più fragili come i disabili, rimangono privi d’aiuto.