La storia di Angelo: su Rai2 grazie al latino
«Studiare è un’attività inutile, fine a se stessa. Studiare non serve a niente. Perdere tempo sui libri è uno spreco di tempo.». Quante volte queste convinzioni serpeggiano tra i banchi di scuola, nei discorsi di strada, nelle bocche dei disoccupati e dei professionisti d’avanguardia? Forse chi starà leggendo quest’articolo, almeno una volta, travolto dalla noia, lo avrà gridato: la scuola fa schifo! La storia di Angelo Bongiovanni, 18 anni, studente e cantante, che ha partecipato al programma VivaRai2 di Fiorello, annienta il mito popolare, svelando una dimensione della realtà che è destinata a sorprendere.
Albachiara in latino, un’idea nata tra i banchi di scuola
Tutto comincia in Sicilia, tra Gela e Butera, nell’estrema periferia della Repubblica, dove, nonostante i talenti e le passioni, bisogna faticare il doppio per inseguire i propri sogni. Angelo è un ragazzo timido, che adora cantare in disparte, lontano dalle platee e dai critici ascoltatori. Una sera qualunque, durante una festa con amici e compagni di classe, accade l’inaspettato: Angelo, su richiesta dei compagni, si esibisce in un karaoke e scopre che la sua voce piace. I compagni e gli insegnanti, allora, lo esortano a non nascondersi, a interagire con il pubblico e a sviluppare, con maggior intensità, la sua passione canora, partecipando agli eventi organizzati dalla scuola, il Liceo Classico Eschilo di Gela. Sperimentando e giocando, connettendo due mondi apparentemente distanti, la musica leggera e il latino, nasce un’idea nuova, originale e dirompente.
La costruzione di Albachiara in latino
«A settembre – racconta Angelo – in occasione della festa di apertura del nuovo anno scolastico, avevamo la necessità di presentare una canzone adatta a celebrare la scuola. Le professoresse Concetta Massaro e Lella Oresti mi hanno, quindi, proposto di cantare la famosissima Albachiara di Vasco Rossi. È la canzone dedicata ad una ragazza sincera e genuina, animata dalla passione per lo studio, che cammina per strada coi libri di scuola. Mi hanno chiesto di cantarla in una versione inedita e coraggiosa, per metà in italiano e per metà in latino, frutto di un lavoro complesso, che ha richiesto di accordare la metrica testuale a quella musicale. In un primo momento ero perplesso e titubante, ho accolto quest’invito con poco entusiasmo, pensando a svolgere il mio compito. La prima reazione del pubblico, poi, come temevo, è stata problematica, difficile da decifrare. I professori e i membri esperti della scuola sono rimasti catturati dal latino, mentre i compagni hanno indiscutibilmente preferito le prime strofe, cantate in italiano. Insomma, ci pareva di aver svolto, tra le nostre mura, un esperimento modesto. Nessuno di noi era consapevole di quello che sarebbe successo di lì a poco.».
Gli applausi di Vasco Rossi
Tra il pubblico c’era chi applaudiva e registrava l’esibizione, in vista di condividere il momento speciale sui social network. Di apparecchio in apparecchio, grazie alla tecnologia digitale, la musica di Vasco, cantata in latino, ha percorso migliaia di chilometri, ricevendo numerosi apprezzamenti e spopolando sui social. Un liceo classico siciliano, lontano dalla capitale e dai grandi centri di produzione musicale, servendosi di un’idea creativa, è riuscito a catturare l’attenzione della Nazione.
«La professoressa Oresti, grande fan di Vasco, a questo punto, ha deciso di compiere un passo ulteriore. È entrata in contatto con Susanna Rossi Torri, assessore alla Cultura di Zocca, il paese natale del Komandante, con lo scopo di promuovere un gemellaggio tra le due realtà, per istituire un connubio tra la musica di Vasco e la lingua latina. Incredibilmente la notizia è giunta fino alle orecchie dello stesso Vasco Rossi, che ha condiviso, personalmente, sulle sue pagine social il nostro progetto, inviandoci i suoi complimenti. Un’emozione indescrivibile.».
La forza del latino
Cosa ha reso tanto speciale quest’operazione creativa? Perché Albachiara, cantata in latino, è capace di incantare?
«Albachiara, per la forza del messaggio, unisce più di una generazione. Inevitabilmente, quando ci si accosta ad una canzone tanto nota e la si ascolta in latino, veniamo sopraffatti dalla curiosità. Siamo, infatti, abituati ad associare il latino alla musica colta e religiosa e non sappiamo quali risultati si possano raggiungere su una melodia rock. Vogliamo conoscere le nuove sensazioni che il testo latino è in grado di trasmettere, quali nuove immagini sono evocabili, quale nuovo suono, nel complesso, è possibile costruire. Io, poi, da esecutore, più la canto e più mi incanto. Attraverso le emozioni che suscita presso chi la ascolta, riesco, infatti, a comprendere meglio il significato del testo, a connettermi con la storia che racconto e il personaggio che descrivo.».
Il latino a VivaRai2
Il gioco, però, non termina qui. Per Angelo e i giovani studenti del Liceo Eschilo di Gela, Albachiara è un punto di partenza verso mete più ambiziose. Il successo di Albachiara, infatti, ha rinvigorito l’entusiasmo dei ragazzi. Continueranno a cimentarsi con il latino, a tradurre nuove canzoni, a connettere l’antichità classica con la vita quotidiana, come in occasione dell’Agon Eschileo, storica competizione che quest’anno, nella sua XII edizione, si è aperta alla musica.
Angelo, in particolare, vuole far tesoro di tali esperienze. Con il sostegno della scuola, ha già fatto capolino presso un palcoscenico importante, il programma televisivo VivaRai2, condotto da Fiorello.
«Ho inviato la mia candidatura a E Viva il Videobox. È il programma di Rai 2, in coda a VivaRai2, che ambisce a selezionare, tra la gente comune, 1000 talenti italiani, persone che vogliono raccontare le proprie inclinazioni, più o meno, artistiche e conquistare un breve momento di gloria in TV. Il latino mi ha reso abbastanza bravo da vincere questa sfida e ho potuto cantare Albachiara in diretta televisiva. L’esibizione è piaciuta così tanto che i direttori del programma hanno proposto a Fiorello di ospitarmi nella puntata successiva di VivaRai2. Dovevo presentare, però, una nuova canzone. In fretta e furia, in meno di 24 ore, con il cuore in gola, mi sono, quindi, riunito con le mie muse, le professoresse Massaro, Oresti e Maria Concetta Goldini, che mi hanno aiutato a tradurre e trasporre in latino Supereroi di MrRain. Il risultato è stato strabiliante, mi sono divertito tantissimo. Fiorello, poi, con me è stato molto accogliente e simpatico. Dietro le quinte, in camerino, ho pure conosciuto Tommaso Paradiso, il frontrunner dei Thegiornalisti. Insieme abbiamo suonato Felicità Puttana, lui con in mano la chitarra e io con la mia voce. Se ho un rimpianto? L’emozione davanti alle telecamere era così forte che, quando mi hanno chiesto da dove venissi, anziché indicare la mia corretta provenienza, il comune di Butera, ho indicato Caltanisetta, il capoluogo di provincia. È stato un atto involontario. Sono molto legato alla mia piccola comunità e avrei il piacere di vivere sempre lì, tra le colline, a Butera, magari da medico. So, però, che, se voglio impegnarmi professionalmente in ambito musicale, sarò costretto a espandere i miei orizzonti. Il mio lavoro artistico, infatti, in un luogo simile, non sarebbe adeguatamente apprezzato e valorizzato, perché nessuno potrebbe investire sui miei progetti musicali.».
La scuola, il luogo dove trovare la propria identità
Angelo guarda già al futuro, scrive testi in lingua italiana, sogna di realizzare un album discografico e, a breve, pubblicherà il suo primo singolo, intitolato “Sei parte di me”, ma è consapevole che, senza lo studio e senza la sua scuola, non avrebbe mai potuto trovare la propria identità.
«La scuola genera e stimola la mia passione per la musica e il canto. A scuola ho cominciato a esibirmi, a scuola sono stato per la prima volta applaudito. La scuola è un luogo di ispirazione per i miei testi. Lo studio del latino, poi, è un potente alleato in fase di scrittura e di composizione. Potendo attingere ad un lessico ricco e ad una grammatica corretta, mi è più semplice individuare le parole adatte ad esprimere una determinata emozione. La metrica delle lingue classiche mi assiste, invece, nella ricerca del ritmo. Sorprendentemente, quando entro in contatto con i grandi autori del mondo classico, incontro, a distanza di millenni, delle anime artistiche con cui poter dialogare. I miei preferiti sono Cicerone e Catullo. Ho voluto citare il primo in una mia canzone, dove parlo di come è possibile difendersi attraverso l’uso della argomentazione, mentre il secondo mi entusiasma per la musicalità dei suoi componimenti, come la splendida “Vivamus mea Lesbia atque amemus”.».
Classe 2000, figlia del XXI secolo e delle sue contraddizioni. Ho conseguito la maturità presso il Liceo Classico Eschilo di Gela e frequento la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Trento