Le incongruenze delle testimonianze sull’agenda rossa – parte 11

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Testimonianza Garofalo

Giuseppe Garofalo al momento dei fatti era Vice Sovrintendente in servizio alla Questura di Palermo, sezione Volanti, ed arrivò in Via D’Amelio cinque minuti dopo l’esplosione della bomba.

La testimonianza del Vice Sovrintendente si sofferma soprattutto su un soggetto in abiti civili che ha incontrato uscendo dallo stabile in cui abitava la madre di Borsellino, al quale ha chiesto che cosa facesse in quel luogo, e mostrandogli un biglietto d’identificazione il soggetto ha risposto di essere appartenente ai Servizi. 

Di seguito uno stralcio della testimonianza.

P.M. Dott. PACI – «Ecco, c’è un contatto con una persona». 

TESTE G. GAROFALO – «Con questa persona, al quale io chiedo, evidentemente, il motivo perché si trovava su quel… su quel luogo. Questo soggetto mi dice di essere… di appartenere ai Servizi». 

P.M. Dott. PACI – «Ai Servizi?»

TESTE G. GAROFALO –« Ai Servizi».

P.M. Dott. PACI –«Lei accerta che questa persona, dopo che si è presentata come personale dei Servizi, è accreditato, insomma, le mostra un tesserino, qualcosa?»

TESTE G. GAROFALO – «Sì, perché altrimenti avrei perso più tempo con lui, nel senso che lo avrei accompagnato da parte, lo avrei… lo avrei preso e consegnato ad altri colleghi. Cioè, voglio dire, io avevo prestato servizio a Palermo anche in altri tempi, ero alla Mobile, alla Squadra Mobile, alla Sezione Omicidi, e non era una cosa al di fuori dal normale che in occasione di eventi delittuosi particolari si presentassero dei soggetti appartenenti a dei Servizi sul luogo di un omicidio, quindi, insomma (…) per noi era una cosa normale. Quindi, all’atto in cui io ho avuto contezza che questo soggetto fosse dei Servizi…».

Giuseppe Garofalo ricorda di aver scambiato qualche frase con questo soggetto a riguardo della borsa del Dott.  Borsellino, come riportato nel verbale.

TESTE G. GAROFALO – «E l’aggancio… I motivi per cui… Allora, io ripeto, non… A distanza di tanti anni i ricordi si affievoliscono, poi un fatto così tragico comunque si tende a cancellare quelli che sono i ricordi legati a questi… A questi fatti. Ripeto, non… Non so se lui mi abbia chiesto, tra virgolette: “La borsa del dottore Borsellino è all’interno della macchina”, oppure, tra virgolette, io gli abbia chiesto: “Cosa ci fa qui con la borsa in mano?” Oppure…».

Il P.M. Paci ha dei dubbi sul fatto che Garofalo abbia chiesto all’ignoto come mai avesse tra le mani la borsa del Magistrato Borsellino, difatti non viene a capo su come Garofalo fosse a conoscenza di come fosse fatta la borsa. Tanto è vero che, fatto notare questo particolare a Garofalo, anch’egli si ravvede nel ripetere ciò che ha detto precedentemente.

Di seguito uno stralcio della testimonianza.

P.M. Dott. PACI – «Cioè viene strano pensare che lei possa avere, così, autonomamente…». 

TESTE G. GAROFALO – «Esatto, sì».

P.M. Dott. PACI – «…correlato una borsa al fatto poi…».

TESTE G. GAROFALO – «Del soggetto».

P.M. Dott. PACI – «…che questa appartenesse al Giudice».

TESTE G. GAROFALO -« Sì,
probabilmente sì, cioè l’argomento era la borsa».

Pur lavorando a Palermo e avendo visto comunque in altri omicidi personaggi facenti parte dei Servizi di sicurezza, Garofalo, come da lui dichiarato, non è mai entrato in contatti o rapporti con questi ultimi.

Continua…