Maturità 2017: il parere di una studentessa

Cara Maturità, quest’anno hai fatto flop.
Gli esami di Stato del secondo ciclo di istruzione superiore quest’anno hanno avuto inizio il g1 Giugno ma, inaspettatamente per tutti, è stato un inizio assai fiacco. La prima prova scritta di italiano ha mostrato delle tracce (sì, senza «i») ministeriali assai deludenti. Ignorando senza remore eventi, anniversari vari e tematiche d’attualità in senso stretto, i documenti e i temi di questa prova scritta hanno lasciato spiazzati un po’ tutti. Il Miur le ha scelte lo scorso 4 aprile, definendole «Belle, interessanti e coerenti con il percorso scolastico appena concluso».
Tracce in linea con le sfide della società. Così ha detto la Ministra dell’istruzione Fedeli, ma la voce dei maturandi si consente di dissentire.
Di seguito l’opinione di una ragazza che, come la sottoscritta, sta affrontando l’esame di Stato: «Gli studenti hanno il diritto di poter scegliere tra tracce ben pensate, ben organizzate, adatte al periodo e al contesto nel quale vivono. La tipologia A non peccava tanto per l’autore, bensì per il contenuto stesso. Era basata su di un testo poco significativo, la cui analisi guidata era elementare, ovvia, scontata. Tanto da sembrare una traccia da Invalsi dell’esame di conclusione del ciclo secondario di primo grado. Si potrebbe replicare che l’argomentazione finale debba comunque staccarsi dall’analisi testuale, ma in ogni caso il tema deve avere una struttura coerente e sensata. La cosa non era affatto resa possibile dal momento in cui la traccia era poco fertile di interpretazioni critiche o problematizzazioni di senso. Per la questione della tipologia B, trattandosi di saggistica, il presupposto da sviluppare deve necessariamente essere chiaro, attendibile, fondato, serio, proveniente da autori che nel loro campo ricoprono posizioni autorevoli e perciò che lo studente può stimare, seppur possa non trovarsi d’accordo. Solo così può produrre un testo che ripercorra una posizione fondata e verificata e non fare il sofista. Io ho fatto la traccia D (tema di attualità), quella che a livello di argomentazione e contenuto più mi stimolava una riflessione sensata. Tuttavia anche questa proveniva da una testata giornalistica non adatta ad una trattazione che in qualche modo dimostrasse la propria veridicità. Si tratta di fornire agli studenti dei buoni strumenti di ricerca delle informazioni, dei buoni spunti da cui far fiorire riflessioni divergenti, personalizzate e consapevoli. Ciò non è possibile se i documenti sono barzellette. Oltre al fatto che non c’erano tracce dai risvolti politici, umanistici, sociali».
E così, dunque, i ragazzi hanno visto spegnersi l’ultima opportunità di dire la loro, dopo un percorso di studi durato più di un decennio della loro vita. Ci si è giocati il sentire la voce dei giovani, le loro idee ed opinioni, che potrebbero risultare sgradevoli, fuori dal coro per coloro che, dall’alto, hanno scelto di non far esprimere.