Non usate lo Ius soli per raccattare qualche voto

Il Senato accelera sullo Ius soli e dentro e fuori dall’aula è il putiferio: insulti, cartelloni e violenza (in foto). Insomma tutto pur di bloccare la legge.
Andando per gradi: la rivista saudita Al Majalla avrebbe scoperto che, tra i circa 9000 minorenni migranti ogni anno dall’Egitto in Italia, molti finirebbero nel giro del traffico di droga e della prostituzione minorile. Minori per i quali non è obbligatorio il rimpatrio e a cui andrebbe fornita protezione e tutela, oltre all’accesso all’istruzione. In questo spaccato internazionale, rispetto al quale i minori egiziani sono soltanto uno tra gli innumerevoli esempi, l’Italia decide di ripescare la legge sullo Ius soli temperato con molte, forse troppe, riserve.
Lo Ius soli (diritto del suolo), il diritto di cittadinanza a chiunque sia nato all’interno dei confini nazionali, si contrappone allo Ius sanguinis (diritto del sangue, attualmente vigente in Italia, insieme ad altre modalità per diventare italiani) che invece prevede il diritto di cittadinanza a chiunque sia nato da genitori della nazionalità in questione. Storicamente lo Ius soli si è applicato in paesi in forte via di sviluppo, come negli Usa, che lo sfruttarono per rifornirsi di manodopera a basso costo grazie all’innalzamento demografico. Negli ultimi decenni però si è vista un’inversione di tendenza di questi paesi, come la Germania, che lo hanno progressivamente limitato per far fronte alle crisi finanziarie.
Ciò dovrebbe bastare a chiarire la delicatezza e complessità del tema, ma, dato che siamo in campagna elettorale, la sensazione è che questa sia l’ennesima legge  che la politica ci propone per parlare di sé.
Anche il dibattito pubblico sulla legge non manca di imitare l’eleganza dimostrata in Senato: chi è convinto che porterà a «renderci la colonia d’Europa» (cit. Roberto Marchesi), dove per altro è già presente nella maggior parte degli ordinamenti; chi la definisce un «grimaldello» per «distruggere il concetto di cittadinanza» (cit. Diego Fusaro); chi infine ha scoperto il complotto atto a provocare il «boom di voti per il partito islamico» (cit. Gian Micalessin), che, nel paese sopravvissuto alla Democrazia Cristiana, non dovrebbe spaventare nessuno.
Il dato politico più rilevante invece è rappresentato dal numero di bambini e adolescenti che potrebbero beneficiare della nuova legge, che riguarderà solo i figli di genitori con regolare permesso di soggiorno illimitato (difficile da ottenere) e residenti in Italia da almeno 5 anni e, grazie allo Ius culturae, del quale poco si parla ma che è parte integrante della proposta di legge, ai minori arrivati prima dei 12 anni che hanno terminato un ciclo scolastico (elementari o medie).
Sarebbero 800mila i minori interessati, un numero enorme, che non essendo maggiorenni non potrebbero votare alle prossime elezioni e quindi contribuire al «boom di voti» prima citato.
In un quadro mondiale, di cui si è già parlato, in cui lo sfruttamento minorile ha dimensioni inaccettabili, come in Sud Sudan, basterebbe ricordarsi che si sta parlando di minori in carne e ossa, per finire di dare prova di uno Stato privo di rispetto, sempre pronto a dare di matto per questioni elettorali e poi sempre debole all’atto pratico.