Nuoto: un gran mondiale a Gwangju per l’Italia

Quello di Gwangju è stato il mondiale di nuoto più prolifico in termini di medaglie della storia del nuoto italiano. Un grandissimo medagliere ci vede concludere al sesto posto con un bottino di 15 medaglie, di cui 4 ori, 6 argenti e 5 bronzi, migliorando il precedente record risalente a Budapest 2017, che ci vide concludere con più medaglie, 17, ma meno argenti e più bronzi.

È stato il mondiale del Settebello, di nuovo sul tetto del mondo dopo Shanghai 2011.

È stato il mondiale dell’esplosione definitiva di Simona Quadarella, oro inatteso nei 1500 stile libero e spettacolare argento negli 800 stile libero dietro a Katie Ledecky. Per 750 metri abbiamo sognato la doppietta, salvo poi doversi arrendere all’incredibile finale della statunitense nell’ultima vasca. L’appuntamento tra le due si ripeterà alle Olimpiadi di Tokyo 2020, dove per la prima volta anche i 1500 stile libero avranno spazio come disciplina olimpica e dove Simona potrà riprovare a sgambettare l’incredibile americana.

E che dire, spostandoci al maschile, del mezzofondista, diventato ormai fondista, Gregorio Patrinieri? C’erano non poche incognite alla vigilia di questi mondiali. L’inseguimento del progetto delle acque libere era un grande punto interrogativo che avrebbe potuto intaccare anche i risultati in vasca, ma il bilancio si chiude in positivo, con un oro, 2 bronzi e la qualificazione olimpica per la 10 km. Un Paltrinieri d’autorità negli 800 stile libero, che ha imposto un ritmo infernale che ha sfiancato i suoi competitor, Gabriele Detti compreso. Poteva vincerli solo andando via di ritmo gli 800 e così ha fatto. Rimane l’amaro in bocca per non essere riuscito a vincere per la terza volta consecutiva l’oro nei 1500, ma obiettivamente Wellbrock e Romanchuk non hanno dato spazio alla fuga di Gregorio, regolandolo in volata dove hanno potuto contare su un cambio di passo ben superiore a quello di Greg.

E la Pellegrini? Stratosferica! secondo oro mondiale consecutivo nei 200 stile libero dopo Budapest 2017, quarto complessivo della sua carriera e ottava medaglia mondiale consecutiva in quella che è la sua distanza. La più forte duecentista della storia. Se due anni fa fu sorprendente il suo rientro nell’ultima vasca a regolare la fin lì imbattuta Katie Ledecky, questa volta pur senza la statunitense in vasca non c’è stato scampo. Quell’1’54”22 non avrebbe lasciato spazio neppure a lei. Attendiamo l’ultimo atto di una carriera incredibile a Tokyo 2020, dove dovrà per l’ennesima volta scontrarsi con un destino olimpico dal sapore spesso amaro.

Un grandissimo applauso anche a Gabriele Detti, bronzo nei 400 stile libero con il nuovo record italiano in 3’43”23 e una tirata d’orecchie per non aver provato a partire prima, lasciando spazio a uno Sun Yang che questa volta pareva essere raggiungibile.

E poi? Martina Carraro, bronzo mondiale dei 100 rana con record italiano dietro alle due regine della rana Lilly King e Julija Efimova, sorprese nei 50 rana dall’avvento della quattordicenne volante Benedetta Pilato, prima italiana sotto i 30 secondi in batteria e argento finale dietro a una perplessa King. La distanza non è olimpica, ma sui 100 rana l’Italia potrà dire la sua, con Carraro, Castiglioni e, chissà, anche la Pilato se riuscirà a progredire anche nella distanza doppia.

L’Italia non ha colpito solo per le medaglie, ma per la qualità complessiva della squadra, che ha polverizzato record italiani su record italiani, si è piazzata all’interno di tantissime finali e ha sfiorato diversi podi con Burdisso nei 200 farfalla, la Di Liddo nei 100 farfalla e un incredibile Megli nei 200 stile libero.

Abbiamo vissuto da dentro la 4×200 stile libero maschile più veloce di sempre e ne siamo stati protagonisti fino all’ultima bracciata a 3 soli centesimi dal podio. Una 4×100 stile libero maschile quarta, ma vicinissima al podio e con margini di miglioramento. I presupposti per far bene a Tokyo ci sono tutti!

Per il resto, Michelone Phelps si è visto sfilare in due giorni due record del mondo gommosi che fecero storia, prima da Milak nei 200 farfalla e poi da un devastante Dressel nei 100 farfalla. Ormai gli resta esclusivamente il limite dei 400 misti e non si intravede a oggi nessuno che possa avvicinare il suo limite. Adam Peaty ha nuovamente spostato più in là i limiti umani sui 100 rana e il russo Anton Chupkov ha fatto altrettanto nella distanza doppia, con una condotta di gara che ha ricordato il vecchio Fioravanti. Nel dorso abbiamo assistito all’ascesa devastante della diciassettenne a stelle e strisce Regan Smith, oro con record del mondo nei 200 e oro con record del mondo nella prima frazione della conclusiva 4×100 mista donne. Devastante.

Se questo è il mondiale pre olimpico, allacciate le cinture per Tokyo…