L’orchestra di Mussolini: la musica strumento del regime

Mussolini e la sua «Orchestra»
Gioachino Lanotte
Prospettiva editrice – 2016 – 13 euro

Di volumi sul Ventennio se ne sono scritti tanti e se ne scriveranno ancora moltissimi, però quello di Gioachino Lanotte merita particolare menzione perché approfondisce un tema troppo spesso ritenuto secondario, ossia il rapporto fra il regime fascista e la musica. Quest’ultima è senza dubbio un elemento comunicativo di grandissima efficacia, ed è quindi ovvio che il fascismo abbia sempre «corteggiato» canzoni e radio per la loro indiscutibile aderenza sociale. Allo stesso modo invece osteggiava i materiali dal contenuto alieno ai principi fascisti e ogni affermazione disfattista dell’immagine nazionale.
Mussolini e la sua «Orchestra» esamina i materiali di intrattenimento interrogandoli come veri e propri documenti. Il risultato è uno scrupoloso lavoro che esamina l’impatto e i risultati della «propaganda cantata» da una parte e della censura dall’altra.
L’Autore, insegnante di Lettere e dottore di ricerca in «Società europea e vita internazionale nell’età moderna e contemporanea», insegna Storia Contemporanea alla facoltà di Scienze Politiche e Sociali della Cattolica di Milano. Quello che viene prepotentemente fuori da questo saggio è l’importanza politica, sociale e propagandistica della musica, che da strumento di mero intrattenimento diventa durante il regime un vero e proprio mezzo in mano al potere.
Storia della musica e storia contemporanea che si intrecciano, insomma, quando la prima diventa così popolare e diffusa da non poter non essere oggetto di studio della seconda. Questo indistricabile intreccio è l’oggetto di questo interessante e originale saggio.