Padova: tutti i candidati a Palazzo Moroni

Padova torna fra pochi mesi al voto, dopo due anni e mezzo di giunta leghista e la sfiducia al sindaco Massimo Bitonci. Vi abbiamo già parlato dell’ex primo cittadino che si rimette in gioco per tornare a Palazzo Moroni e anche del candidato Sergio Giordani, che pare essere l’unico vero avversario di Bitonci, un ex senatore contro un ex manager, un duello che lascerà con il fiato sospeso tutti gli amanti dei film d’avanguardia.
Oggi vi parliamo degli altri candidati: fra le civiche troviamo Luigi Sposato, imprenditore, che nel proprio sito web si presenta come segue: «Il mio nome è Luigi Sposato e sono più di trent’anni che lavoro nell’ambito della conduzione di aziende» e poi «Credo anche che per questa nostra città le mie capacità di comprendere e risolvere i problemi possano fare molto. Ho un gran numero di idee e progetti che aspettano solo di essere messi in pratica». Insomma: mi chiamo Sposato e risolvo problemi. Un problem solver che mostra un motivo sufficiente per votare qualcun altro: il suo slogan è «Padova osa», rifacendosi al proprio cognome Sposato.
Che dire poi di Arturo Lorenzoni e il suo slogan «Padova merita», con tanto di hashtag? Evidentemente quest’anno vanno di moda le accoppiate località-verbo. Il candidato opta per le colazioni con i cittadini, speriamo che questo non si associ a delle chiacchiere da bar, come verrebbe spontaneo supporre. Professore associato confermato di Economia Applicata all’Università di Padova, Lorenzoni rappresenta Coalizione Civica, un volto anonimo per una lista dal nome altrettanto anonimo.
Casapound schiera Maurizio Meridi, che nel 2013 aveva partecipato a Treviso alla commemorazione per il gerarca nazista Erich Priebke, morto da poco. Meridi ha iniziato la campagna elettorale pulendo gli argini. In effetti, quando c’era lui, era tutto più pulito.
Carlo Schievano è invece il candidato del Mnf, Movimento Nazionale per la Famiglia. «Volontario in Croce Verde e Donatore di Sangue, sono uno sportivo amante da sempre della montagna e attualmente gioco a basket in federazione maschile», in effetti – al di là dell’impropria maiuscola su «donatore» – pensavamo che il nostro giocasse in federazione femminile. Sua la massima «Padova non andrà in serie A se costruirà il nuovo stadio, ma se riuscirà a rivalorizzare i temi che toccano la famiglia….ovvero il lavoro, la casa e la sicurezza». Si professa «sindaco dei padovani», ma bisogna vedere se i padovani vogliono lui.