Ripensare alle Banche di Interesse Nazionale

Mai sentito parlare di B.I.N.? Tale acronimo racconta una parte importante della storia bancaria pubblica italiana, in quanto con esso si indicavano le Banche di Interesse Nazionale. La loro nascita può esser fatta risalire al 1936 quando, attraverso la famosa legge bancaria che funzionò anche durante la Prima Repubblica, si operò una netta separazione tra istituti bancari: da una parte le banche commerciali e dall’altra le banche d’investimento. Fu la fedele riproduzione nel sistema italiano del Glass Steegal Act statunitense.

Nella medesima legge bancaria furono istituite le B.I.N., inserite nel quadro degli istituti di credito di diritto pubblico e, dunque, funzionanti come strumenti pubblici, facenti capo all’I.R.I, Istituto di Ricostruzione Industriale, che abbiamo analizzato in un articolo precedente. Le tre B.I.N. costituite furono gli istituti bancari salvati dopo la sciagurata rivalutazione monetaria della Lira nel 1927, la famosa Quota 90 e la successiva crisi del 1929. Nello specifico, il collegamento è posto rispetto  alla Banca Commerciale Italiana, al Banco di Roma e al Credito Italiano, che rappresentarono degli straordinari strumenti pubblici a sostegno della crescita italiana, del famoso boom economico tanto atteso dopo la caduta del secondo conflitto mondiale.

Il sistema privato bancario non agisce con funzione sociale. Pensiamo solo agli 8000 esuberi che paiono esser stati dichiarati da Unicredit, dei quali ben 6000 sarebbero in Italia, mentre allo stesso tempo essa distribuisce ben 8 miliardi di Euro di dividendi agli azionisti.

Il primo aspetto che pare andare su una strada pubblica potrebbe essere l’utilizzo della Banca Popolare di Bari con la funzione di banca pubblica d’investimento, che agisca prevalentemente per il Mezzogiorno d’Italia. Attenderemo gli sviluppi sul caso per valutare.

Oggi è più che mai necessario ripensare al modello delle Banche di Interesse Nazionale come riferimento per il futuro, in quanto per una rinascita economica italiana il primo aspetto fondamentale sarà quello di rimettere in piedi gli istituti giuridici e pubblici che diedero lustro alla Repubblica, sul modello della Costituzione economica italiana, salvo poi esser stati brutalmente rinnegati sulla via di Maastricht. Mai scelta fu così sciagurata, ma consapevole.