Strage di via D’Amelio: le ingerenze dei servizi segreti – parte 8

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Un fatto veramente interessante, se non eclatante, che riguarda Contrada successivamente al suo arresto, è quello citato dalla dottoressa Angelica Di Giovanni, allora Presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Napoli. Negli ultimi giorni di Dicembre del 2007 la Dott.ssa Di Giovanni riceve una chiamata da parte del Consulente del Presidente della Repubblica Loris D’Ambrosio, il quale le chiede: «Angelica, tu hai Bruno Contrada, come sai dai giornali, lui ci ha mandato una lettera ed io non so se debbo interpretarla come istanza di grazia o meno». Al che lei domanda: «Loris, mi telefoni per dirmi una cosa del genere? Interpretatela come volete, tanto il problema non è mio, sulla grazia al limite me la mandate per il parere, ma poi dovete pronunciarvi voi». Lui controbbatte: «Sì, vabbe’, ma io volevo sentire te che hai esperienza». A questo lei risponde: «Loris, ma vuoi andare al di là, mi vuoi sollecitare qualche cosa?». Lui dice: «No, me ne guarderei bene, ti conosco». Lei risponde ancora: «Vabbe’, allora fate quello che volete…».  Infine dice: «Vabbe’, ci sentiremo».

Successivamente a questa chiamata le arrivò una nota ufficiale dichiarante: «Angelica, su sollecitazione del Presidente della Repubblica… Ti scrivo su incarico del Presidente della Repubblica se puoi anticipare l’udienza». Il Presidente della Repubblica nel 2007 era Giorgio Napolitano.

Fava, presidente della Commissione. «Lei ebbe occasione in quel momento di chiedergli in quel momento come mai il Presidente della Repubblica intervenisse in modo incongruo per chiedere l’anticipazione di un’udienza su un detenuto?»

DI GIOVANNI, magistrato. «No, non gliel’ho chiesto perché appunto già mi conoscono come un tipo polemico… Arrivò la nota dell’avvocato di sollecitazione dell’udienza… era fissata più o meno verso la fine di gennaio, la anticipammo alla prima di gennaio… e che si chiuse con un rigetto delle istanze. Credo che Contrada da noi abbia cumulato, da questo primo rigetto fino a giugno, per lo meno una decina di rigetti di domande, insomma gliela concedemmo (il deferimento della pena, ndr) soltanto il 27 luglio del 2008». 

Purtroppo per la Dott.ssa Di Giovanni le sollecitazioni non finirono con l’atto del 24 dicembre, poiché il 31 gennaio la chiamò il segretario del Consiglio Superiore di Magistratura, presieduto da Nicola Mancino e le chiese: «Angelica, tu hai Contrada», tanto che lei risponde: «Vabbe’, questa storia sta diventando… già mi ha chiamato Loris», lui controbatte: «Sì, ma io ho sentito Loris, perciò ti sto chiamando». A questo punto la Dottoressa fa la domanda che non aveva fatto a Loris (consulente del Presidente della Repubblica ndr): «Scusate, ma di che cosa vi preoccupate, insomma? Perché mi state telefonando?»

FAVA, presidente della Commissione. «Mi scusi, ma quando la chiama il dottor Visconti le dice che la chiama a nome del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura?»

DI GIOVANNI, magistrato. «Sì, mi aggiunge la frase successiva che fu: “Allora domani mattina, 1 gennaio 2008, quando vado a fare gli auguri al Presidente gli posso dire che siamo tranquilli?”»

DI GIOVANNI, magistrato. «Manifestavano questa preoccupazione Che potesse succedere qualche cosa. (…) Tutti e due mi parlano in forma ufficiale e quindi credo che è come se volessero dare dei segnali, come se volessero far sapere ad altri che loro comunque si erano mossi». 

Perciò, poco prima del capodanno del 2008 la Dottoressa Di Giovanni ricevette delle chiamate sia dal Consulente del Presidente della Repubbblica, sia dal segretario del CSM, entrambe per conto di Napolitano, il quale, da come si evince nel discorso, chiederebbe se la sentenza di scarcerazione di Contrada (numero 3 del Sisde) potesse essere anticipata agli inizi di gennaio.