Una Vita Antica: alternative al Principe Harry

No, non è una nuova rubrica di problemi di cuore per te che sei delusa o deluso che il principe Harry abbia sposato un’altra persona, si tratta di consigli di lettura “alternativi”, per te che entri in libreria e cerchi il mattone di autore polacco morto suicida a 19 anni, copie vendute: 2. Ancora oggi, mi chiedo come abbia fatto Giacomino a trovare un libro del genere tranquillamente in autogrill. Mi sono presa questo spazio oggi un po’ come “marchetta” personale (solo questa volta), ma dopo dieci anni di onorato servizio per questo blog, ovvero un terzo della mia vita, presumo di averne diritto. Tornerò come Sarcasmo al più presto, non vi preoccupate.

Una Vita Antica: storia di un medico di campagna


Il libro che vi propongo in questo articolo è Una Vita Antica. Non l’ho scritto io (non potrei pensare a un titolo tanto semplice), ma si tratta comunque di autopromozione, perché ho contribuito di molto alla sua pubblicazione. Infatti, la casa editrice, Protos Edizioni, è nata da poco, ha sede a Roma, è a trazione femminile e io ne sono la vicepresidente. La nostra fama si sta allargando a Roma, presso gli autori emergenti e non solo presso gli autori. Stiamo portando la nostra distribuzione alle librerie indipendenti, ma il modo più facile per comprare i nostri libri è ordinandoli dal sito www.protosedizioni.com.

L’autore di Una Vita Antica, Vincenzo Valtriani, è un uomo classe 1940, uno di quelli che ti apre la portiera e ti fa il baciamano, ed è anche la prova che la gentilezza non sempre paga, visto che non ha il successo che merita. Probabilmente, se non dovesse vincere il Nobel per la lettura, vincerà quello per la Pace, visto che si è laureato in Scienze per la Pace presso l’Università di Pisa e lì si è specializzato in Cooperazione Internazionale e Mediazione dei Conflitti.


Da un po’ bazzico l’affascinante mondo degli scrittori in cerca di casa editrice. Ed è difficile trovare una persona che abbia un libro scritto bene e al contempo non abbia un caratteraccio. Proprio recentemente ho visto Gli Spiriti dell’Isola, film incentrato sul conflitto fra due personaggi che fino al giorno prima sembravano migliori amici. Uno è un violista, l’altro è un pastore mandriano e passano il tempo libero (tanto tempo libero) nell’unico pub dell’isola in cui vivono. Durante uno scontro verbale acceso, il violinista dice di non aver tempo per la loro amicizia, fatta di noia e chiacchiere inutili. Invece, vuole scrivere una canzone, perché la musica rimane nel tempo. L’altro risponde che, invece, è la gentilezza a rimanere. Tutt’e due hanno una parte di ragione. Ne consegue che Gianni Morandi è l’uomo perfetto. Tra l’altro, Valtriani parla molto della fisarmonica come accompagnamento dei balli. Non credo che pensasse a Morandi, però. Per esperienza lavorativa, posso, comunque, dire che la gentilezza è la cosa più importante. Se, poi, è unita a una lettura godibile, la mia voglia di promuovere certi libri è ancora più grande.


Una Vita Antica aveva i periodi troppo lunghi, ma ora decisamente no. Come editor sono rimasta una settimana su una frase sola, perché l’autore non si rassegnava al fatto che le pecore brucassero, voleva assolutamente un sinonimo. Campagne toscane, inizio Novecento, la gente è povera, il lavoro sui campi costa fatica, ma le occasioni di festa non mancano e l’aria è pulita. Pur non essendo ambientato fra i ricchi nobili o borghesi, il matrimonio combinato era comunque la norma, per assicurarsi che la ridotta proprietà terriera delle famiglie rimanesse “in buone mani”. In questa situazione sociale, Luigi e Carla si innamorano veramente e un matrimonio per amore è raro più di una morte di vecchiaia. Anche se Luigi non esiste, è frutto dei ricordi della moglie di Valtriani e delle persone a lui care. In realtà non è un libro incentrato sugli ostacoli che i due devono superare, ci sono certo, ma il focus di Una Vita Antica è un altro.

Il breve romanzo riporta alla luce un mondo di cui rimangono solo pochi strascichi. È un lungo racconto che si compone di digressioni. La più bella riguarda la vita del medico di campagna, spesso costretto a correre da un malato all’altro senza chiaramente ambulanze con sirene attivate. E, a volte, arriva tardi. Mi ha dato delle vibes alla Scrubs, ambientato solo decisamente prima.

Poi non manca l’ironia: come quando Carla e la sua amica cercano di capire qualcosa sulla sessualità. Le donne si sposavano giovani, senza sapere niente a proposito di cosa andavano incontro. Comunque, purtroppo per voi, ci sono poche scene spinte.