Strage di Viareggio: 33 morti, rischio prescrizione

La sera del 29 giugno 2009 il treno merci da Trecate (Novara) a Gricignano (Caserta) deragliava in corrispondenza della stazione di Viareggio, in Toscana, vicino a due edifici. Il convoglio era composto da 14 vagoni contenenti gas Gpl (gas liquido), che nell’impatto è fuoriuscito causando un’esplosione. Il primo carro apparteneva a una società polacca, ed era stato costruito nel 2004, gli altri 13 erano di un’azienda tedesca, la Deutsche Bahn. Le singole cisterne invece erano di proprietà di una multinazionale statunitense, la Gatx. L’incidente ha provocato 33 morti e 26 feriti. Undici persone sono decedute sul colpo, per via dell’impatto con l’esplosione, 20 a causa delle ustioni e spesso dopo mesi di agonia, come Emanuela, morta a 21 anni, 42 giorni dopo la strage, con il 98% del corpo ustionato. Altre due persone, Angela Monelli e Italo Ferrari, sono morte di infarto.
Il 31 gennaio scorso, dopo quasi otto anni dalla strage e oltre 100 udienze, il tribunale di Lucca ha condannato in primo grado 23 dei 33 imputati al processo, per reati come lesioni gravissime, incendio colposo, disastro ferroviario. Tra questi ci sono anche Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato (oggi di Leonardo-Finmeccanica), Michele Mario Elia, ex presidente di Rete ferroviaria italiana, e Vincenzo Soprano, all’epoca alla guida di Trenitalia. Una sentenza non facile, visto che al banco di accusa erano presenti i più importanti vertici ed ex vertici del sistema dei trasporti italiano. L’accusa, che ha chiesto 16 anni per Moretti e 15 per Elia, contestava ai due ex amministratori delegati le minori e insufficienti misure di sicurezza da loro perpetrate, che avrebbero portato poi al disastro. Tra queste rientrano ad esempio la diminuzione dei ferrovieri che presenziano le stazioni (e quindi fungono da allarme preventivo) passati da 224mila a 68 mila negli ultimi 25 anni, e la non adozione di misure necessarie per il trasporto di merci pericolose, tra cui appunto il gas GPL. La sentenza ha invece condannato gli ex manager a 7 anni (Moretti) e 7 anni e mezzo (Elia, Soprano).
Una vittoria, forse. C’è infatti la prescrizione che pende sulle loro teste: a febbraio 2017 scatta quella per incendio colposo e lesioni colpose plurime. Le famiglie delle vittime, che vorrebbero ricorrere in appello (cioè andare al secondo grado di giudizio) hanno chiesto in tutti questi anni che ci fosse un intervento della legge a questo proposito, a maggior ragione adesso che c’è anche una condanna di primo grado, che li ha riconosciuti colpevoli.