L’editoriale di Scalfari: italicum nel cestino, fa vincere il M5S

«Ogni Paese ha i suoi guai, ma quello di Donald Trump è un guaio mortale, soprattutto per l’Occidente», così Eugenio Scalfari ha aperto il suo editoriale di domenica scorsa su Repubblica. Preoccupatissimo per un’eventuale vittoria del tycoon negli Stati Uniti, il Fondatore si affida a Matteo Renzi per scongiurare uno scenario simile nel nostro paese. E chi sarebbero i Trump italiani? I pentastellati, ça va sans dire: «Un grillino alla guida dell’Italia possiamo immaginare come si comporterebbe nel nostro Paese, in Europa e in tutti i Paesi extraeuropei, cioè nel mondo intero?».

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E quindi ben venga una vittoria al referendum del 4 dicembre, soprattutto di fronte alla proposta «perfetta» per quanto riguarda la nuova legge elettorale: con «l’abolizione del ballottaggio, l’abolizione delle preferenze, il voto popolare in collegi sufficientemente ampi con alleanze e quindi apparentamenti omologhi in tutto il Paese». In effetti la scomparsa delle preferenze è un’ottima notizia: si tratta di uno dei motivi per cui il porcellum è stato dichiarato incostituzionale, quindi ben venga un diabolico perseverare.
Al sacro e inviolabile Fondatore deve poi stare particolarmente antipatica la democrazia, ci si chiede però per quale assurda e autolesionistica ragione abbia fondato la Repubblica e non il Regimela Dinastia: non vogliamo certo dire che supportare Matteo Renzi significhi supportare una dittatura, sono invece le parole spese da Scalfari sulla legge elettorale a preoccuparci. Il ragionamento è quello che segue. Premesse: l’italicum darebbe l’Italia in mano al Movimento 5 Stelle. Il Movimento 5 Stelle a Roma non ha fatto niente (opinione di Scalfari). Conclusione: Renzi «ha non solo la facoltà ma l’obbligo» (morale? giuridico?) di cambiare la legge elettorale. Se in una democrazia si cerca di convincere gli elettori, nel magico mondo di Eugenio si crea ad hoc una legge elettorale per impedire che qualcuno vada al governo.
Che Scalfari avesse ben poco da dire lo si era visto a OttoeMezzo su La7, quando il Fondatore ha chiesto ad Alessandro Di Battista, membro di spicco del M5S, perché (in quanto uomo di sinistra) non si fosse candidato con Vendola, con Civati oppure addirittura con Berlinguer. Quest’ultimo morto quando Di Battista aveva 6 anni. Evidentemente Scalfari non riesce a concepire la vera natura sovraideologica dei 5 Stelle e questo, lo sappiamo, non è colpa sua. Evidentemente è così che va il mondo.