Note a margine su Salvini: a sinistra del centrodestra con i fascisti

«Saremo belli, stabili, pacifici e ordinati in piazza del Popolo». Così il leader del Carroccio Matteo Salvini descrive la manifestazione contro Renzi e contro Marino che si terrà oggi a Roma. Manifestazione che unisce la Lega, divenuta improvvisamente «nazionale», i neofascisti di Casa Pound e i quattro gatti di Fratelli d’Italia.
Matteo contro Matteo, quello che ha stravinto le europee superando il 40% dei voti contro quello che ha fatto rinascere un partito che stava per essere definitivamente sepolto dagli scandali, dalla monotonia e dall’ignoranza. Non che Salvini sia molto più colto ed elegante di Bossi, ma almeno sa parlare, sa nascondere la completa assenza di contenuti in un oceano di parole che sussurrano alla pancia – e non alla testa – dell’elettore medio. Diamo a Salvini quel che è di Salvini: non era impresa semplice la resurrezione della Lega, ora però bisogna vedere se regge. Ci permettiamo di nutrire molti dubbi in proposito.

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«Destra e sinistra non esistono più» spiega il Matteo Padano ieri sera a
Otto e mezzo dalla Gruber. Non potrebbe essere altrimenti: Salvini è riuscito a fondere proposte di stampo fascista – come il nazionalismo, la discriminazione verso gli stranieri, il puntare sull’economia interna e così via – con idee che, almeno originariamente, appartenevano alla sinistra: una su tutte l’attenzione verso le fasce più deboli (nel caso della Lega i più deboli di nazionalità italiana). E poi, come se non bastasse, si va a manifestare con i neofascisti: ma tanto sono solo stupide etichette. Talmente tanto stupide che Salvini si rivolge espressamente agli «elettori delusi del centrodestra»: ma voteranno Lega i liberali delusi – e ci mancherebbe – da Alfano e Berlusconi? Il Carroccio è un partito di centrodestra? Pare di no, ma gli italiani sono imprevedibili e ascoltano solo la pancia. Beati loro.

Tito Borsa