Stati Uniti e Barolo: Quando il vino diventa una scusa per parlare di attualità.

Nelle tante occasioni che, nel mondo del turismo si hanno come operatore informato, il Barolo e il vino italiano diventano un scusa per affrontare l’attualità interna ed estera, con un occhio che guarda persino verso gli Stati Uniti.

La grande opportunità di ritrovarsi a sedere al fianco di giornalisti di spicco del mondo enogastronomico e critici internazionali, permette, infatti, di porre domande su ciò che avviene al di fuori dei bordi italici.

È possibile apprendere le opinioni di osservatori economici ed esportatori di grandi brand dello Champagne o del Barolo. Si tratta di personaggi pronti a pagare grosse cifre, per accaparrarsi bancali di vini pregiati. È gente che, partendo dal nostro continente europeo, vuole raggiungere gli Stati Uniti.

In occasione di ben due aste benefiche del Barolo, in collegamento tra Grinzane Cavour (CN) e New York, abbiamo avuto, quindi, l’occasione di tastare i sentori e i pensieri di questi viaggiatori sulla situazione mondiale attuale.

Il Vino come catalizzatore dell’attualità

In questi eventi si ha modo di parlare della situazione del mercato, del prezzo che sale o scende. Si ha modo di gettare le basi per una futura collaborazione, o magari semplicemente di potersi scambiare idee e ragionamenti.

Sta di fatto che, se quest’anno  si è parlato di uno di questi argomenti, si è sempre partiti con la consapevolezza di essere all’interno di uno scenario in cui numeri e pensieri sono condizionati da ciò che sta accadendo in Ucraina, in Russia e non solo.

Lo scenario internazionale è in continuo mutamento, influenza tutti i mercati, compresi quelli turistici, offrendo preoccupazioni e sorprese. Un avvocato americano, che fa parte dell’osservatorio per la tutela delle merci provenienti da tutta Europa, ci ha detto cosa pensa della Nato e degli Stati Uniti.

Ammette che gli americani non si sentono poi così tanto minacciati dalla Russia e dalla guerra in atto, perché: « L’Ucraina si sta difendendo dalla Russia grazie alle armi della Nato ».

Continua : «Il presidente Biden, sta inviando ingenti quantitativi di armi, ma gli effetti economici concatenati alla guerra, come il rincaro del costo dell’energia, si sono particolarmente abbattuti sull’Europa. Di certo questi rincari sono stati ammortizzati in gran parte dai produttori, per una pura questione di mercato, ma capisco le difficoltà».

La guerra e i suoi effetti, quindi, spaventano, ma non troppo. Il mercato export del vino è in netta crescita, come riportano i dati del primo semestre 2022 di Federvini. Per effetto dell’inflazione, infatti, il prezzo medio sale del 13,1% e, addirittura, negli Stati Uniti, di quasi il 18%

Stati Uniti: Stereotipi che cambiano

Il dollaro è forte, il che aiuta, certamente, le nostre esportazioni verso gli Stati Uniti, un popolo che non è particolarmente intimorito dallo stato di guerra in Europa, ma che, al contrario, appare più spaventato da ciò che accade nel continente asiatico. 

Secondo un articolo dell’Economist,  l’opinione degli Stati Uniti sulla pericolosità della Russia è in secondo piano rispetto a quanto avviene fra Cina e blocchi inerenti a essa.

Questo, secondo alcuni osservatori, è dovuto principalmente a due motivi:

Il primo è il cambiamento della società americana, dove una fetta della popolazione, nata dopo l’attacco alle Torri Gemelle del 2001, ha dovuto affrontare, innanzitutto, problemi interni, come la discriminazione sociale e non ultimo il Covid.

Questi, assieme ad altri principali questioni care al popolo americano, come la discriminazione razziale e la sempre più difficoltosa situazione sul mercato del lavoro, hanno, dunque, preso il sopravvento rispetto alle ingerenze esterne.

Il secondo motivo è legato al fatto che la Cina è, ormai, una potenza economica conclamata, che si sta prendendo il proprio posto nello scacchiere internazionale.

Gli Stati Uniti sanno bene che la Russia è una potenza nucleare, tuttavia, lo è anche la Cina, che ultimamente sta rafforzando il proprio esercito. La questione di Taiwan, inoltre, non ha certamente alleggerito le tensioni tra queste due superpotenze, mettendo in contesa un mare che si fa sempre più piccolo.

Barolo and talk about…

Parlando con un giornalista britannico, facente parte di uno Stato che da sempre guarda oltre Atlantico, ci conferma anche lui quanto detto prima: «Gli Stati Uniti stanno vivendo una stagione diversa. Gli americani non vedono più di buon occhio che migliaia di uomini e donne del proprio esercito invadano regioni lontane ».

Dopo un sorso di vino Barolo, arriva la domanda sul Bel Paese: «Cosa ne pensa, invece, dell’Italia e del ruolo che i suoi rappresentanti stanno giocando in questa fase così delicata?».

Il giornalista, a questo punto, sorride: «So che, come tutti gli altri Stati, chi più e chi meno, per ragioni politiche e geografiche, avete due fronti opposti, uno più interventista e uno più pacifista. A mio parere l’ Italia si sta muovendo bene negli affari esteri, il che è dimostrato dal fatto che sono stati conclusi svariati accordi energetici di rilevanza strategica. Ora bisognerà vedere all’opera il vostro nuovo governo».

Gli chiedo, infine, cosa pensa del ruolo che il Vaticano e il Papa esercitano nel contesto attuale. La risposta è secca: «Credo che nessuno ascolti il Papa».