Impianti idroelettrici

Introduzione

Nei due precedenti articoli, parlando sempre di fonti energetiche rinnovabili, abbiamo approfondito gli impianti eolici di grandi dimensioni e i mini impianti eolici che possono essere installati nei parchi e nelle case. Oggi, invece, continuando a parlare di fonti rinnovabili, approfondiamo la tematica degli impianti idroelettrici.

Un ricordo incancellabile

In Italia, quando si parla di energia idroelettrica, il primo ricordo o pensiero che viene in mente riguarda la «Diga del Vajont». Un bacino idroelettrico che il 9 Ottobre 1963, erodendo la base del Monte Toc, ne ha causato una frana, portando 25 milioni di metri cubi di acqua a strabordare oltre la diga, che rimase intatta. La fuori uscita di questa massa enorme di acqua ha portato alla morte di 2018 persone distruggendo interi paesi.

Rimandiamo a questo link per leggere la storia dell’accaduto e a quest’altro link per ascoltare l’accaduto attraverso il monologo di Paolini

Le capacità dell’idroelettrico

Le fonti energetiche idroelettriche nel nostro paese riescono a soddisfare il 15% del fabbisogno annuale di energia elettrica. Come è possibile intuire, dato che questa energia sfrutta la forza cinetica delle turbine, le quali sfruttano la forza di gravità dell’acqua, questi impianti idroelettrici sono presenti per la maggioranza nelle zone montane o collinari lombardi, piemontesi e trentine.

In Italia ci sono circa 4.300 impianti disseminati in tutto il paese che riescono a produrre dai 35.000 GWh ai 50 GWh annui, riuscendo a coprire il 40% di energia fonti energetiche rinnovabili.

Vantaggi e svantaggi degli impianti idroelettrici

A differenza delle fonti energetiche rinnovabili che abbiamo approfondito fin’ora, di questa tecnologia è più facile trovare svantaggi che i vantaggi, ma approfondiamoli meglio perchè ciò che poteva sembrare irrisorio fino a qualche mese fa oggi può rivelarsi molto importante

Vantaggi:

  • Lo stoccaggio di grandi masse d’acqua all’interno di questi bacini permette, durante i periodi di siccità, di poter usufruire di quell’acqua che altrimenti sarebbe andata persa. Se fino a circa un anno fa davamo per scontato il fatto che nei nostri fiumi ci fosse sempre acqua ora invece dobbiamo sfruttare l’immagazzinamento degli anni precedenti
  • Essendo la superficie del nostro paese coperta per il 35,2% da montagne e per il 41,6% da colline, la morfologia è perfetta per trarre il massimo potenziale da questa tecnologia

Svantaggi:

  • In molti ritengono che le emissioni di CO2 non emesse nell’aria durante il periodo di funzionamento sarebbero però bilanciate dalle emissioni di CO2 che vengono emesse durante la costruzione degli impianti idroelettrici più grandi;
  • La presenza delle dighe non permette, in alcuni casi, la risalita del fiume o del torrente a quelle specie marine o anfibie che lo farebbero in condizioni normali, quali ad esempio i salmoni.
  • La costruzione di una diga può essere vista come una «colata di cemento» verticale dagli ambientalisti. Ricordiamo che durante il disastro del Vajont la diga non ha ceduto.
  • Le dighe, come successo per il Vajont, potrebbero creare fenomeni di erosione costiera o del monte. Per questo vengono compiuti numerosi studi geologici prima di realizzarne una.

Conclusione

Il nostro paese, in base al suo clima e alla sua morfologia, può sfruttare in vasta scala l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. Partendo dal fotovoltaico, passando per l’eolico e arrivando agli impianti idroelettrici. A differenza di tanti paesi abbiamo la possibilità di poter sfruttare più fonti rinnovabili per poter raggiungere quell‘indipendenza energetica di cui tanto si sente parlare in questi mesi.

L’indipendenza energetica però non consiste nel puntare solo sulle fonti rinnovabili, ma essere aperti all’ascolto di chi propone anche delle scelte che sembrano quasi impopolari, come l’utilizzo di centrali nucleari di cui abbiamo parlato in questo articolo.