La pace globale passa dal multilateralismo

Le vicende del Novecento non si sono risolte a favore dell’atlantismo, per quanto la narrazione americana abbia affermato il contrario. La pace globale, di cui a molti piace parlare in modo astratto, non è mai stata pienamente raggiunta. A ben vedere, era proprio l’esistenza dell’Unione Sovietica e del «pericolo rosso», nonostante tutti i suoi difetti ed errori, a fungere da leva per il riconoscimento dei diritti sociali ai meno abbienti. Ciò è valido per il vecchio blocco sovietico, ma anche per l’Europa Occidentale e persino per gli Stati Uniti. Inoltre, la politica di deterrenza garantì una tregua internazionale duratura. Dopo il crollo del muro di Berlino è partita l’offensiva americana alla conquista del mondo, nonostante la promessa nel 1991 all’Unione Sovietica di nessuna espansione della NATO a est. In questa cornice, il sentiment russo odierno è paragonabile a quello occidentale quando i sovietici collocarono i loro missili nucleari a Cuba nell’ottobre del 1962, in risposta all’inaccettabile installazione di quelli statunitensi in Turchia.

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Mappa dei missili nucleari posizionati a Cuba del 1962. Fonte

La destabilizzazione dell’Ucraina

Il conflitto tra Russia e Ucraina scaturisce da due avvenimenti cruciali. Innanzitutto i disordini legati alle elezioni del 2014, in cui i neonazisti del Battaglione Azov, milizia paramilitare, sono stati sguinzagliati per reprimere le proteste con il tacito consenso dell’Occidente. In secondo luogo la strage di Odessa, avvenuta il 2 maggio 2014, dove vennero bruciati vivi filo-russi e comunisti provenienti in larga parte dalla regione del Donbass.

I responsabili di tali atti non furono consegnati alla giustizia in quanto garanti dell’ascesa di un governo gradito all’Occidente. Tali operazioni di destabilizzazione proseguirono con la guerra ai separatisti del Donbass, politicamente ed etnicamente vicini alla Russia. Un crimine etnico e politico taciuto da parte dei mass media occidentali. Nonostante i numerosi tentativi della Russia di trovare un accordo che garantisca la sicurezza del suo territorio, un argomento che è stato affrontato più volte dal compianto giornalista Giulietto Chiesa, con chiarezza e lucidità ammirevole, le potenze occidentali, rifugiandosi sotto l’espressione: «Non possiamo impedire a nessun paese di far parte dell’Alleanza Atlantica», hanno rifiutato qualsiasi proposta, impedendo di garantire la sicurezza dei confini russi e muovendo di fatto un deciso passo in direzione opposta alla pace globale.

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Evoluzione dei confini NATO negli ultimi ventiquattro anni. Fonte

Come se la situazione non fosse già spinosa di per sé, il presidente ucraino Zelensky, ex comico, contribuisce attivamente a gettare benzina sul fuoco, rilasciando dichiarazioni al vetriolo sull’intervento russo in Ucraina, giustificato dalla volontà di estromettere i gruppi sopra citati da ruoli chiave nel governo del Paese; oltre a manifestare la pericolosa volontà di far parte di Nato e Unione Europea. Il popolo ucraino oggi viene strumentalizzato e utilizzato per i fini affaristici e imperialistici delle classi dirigenti e delle multinazionali americane ed europee.

Il massimo dell’ipocrisia si raggiunge quando si dipinge la Russia come il male assoluto e si definisce l’azione militare in Ucraina come imperialista, scegliendo di omettere le cause bilaterali che hanno condotto a questa crisi. Risulta alquanto singolare l’indignazione dei politici occidentali in merito all’«invasione russa», quando per oltre 30 anni di cosiddetta lotta al terrorismo, essi non hanno fatto altro che allontanare la pace globale, cercando pretesti per invadere Paesi non allineati, con o senza l’approvazione dell’ONU.

La posizione italiana e possibili soluzioni

La posizione assunta da parte dell’Italia è stata ancora una volta debole e priva di mordente, oltre che autolesionista, visto che le sanzioni imposte alla Russia colpiranno il nostro Paese più di qualsiasi altro. D’altra parte, non dovrebbe stupire più di tanto, considerando la linea di governo del presidente del Consiglio Mario Draghi, il quale ha ridotto il Parlamento a «un’aula sorda», un mero organismo formale, in cui «un bivacco di manipoli», sotto il vile ricatto di far cadere l’esecutivo, ha smesso di legiferare attivamente e passa la maggior parte del tempo a vidimare le richieste del banchiere, liquidando di fatto ciò che rimane della debole e fragile democrazia italiana.

Occorre sicuramente stare al fianco del popolo ucraino, vittima delle scelte imperialiste degli Stati Uniti e dei suoi alleati, che demonizzano Russia e Cina, com’è accaduto anche in merito alla pandemia. Queste ultime non sono affatto prive di difetti, ma rappresentano gli unici ostacoli allo strapotere delle multinazionali americane. L’unico modo per uscirne, soprattutto da parte dei Paesi europei, sarebbe comprendere che il sole non sorge a Washington e accettare finalmente l’esistenza del multilateralismo, cercando di rispettare gli interessi e le prerogative legittime di tutti i Paesi.

Foto di copertina: Gordon Johnson da Pixabay